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Secessione non fa rima con violenza: ecco gli esempi

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La scorsa settimana, in Veneto è nato un partito politico denominato “Siamo Veneto”. Una delle dichiarazioni fatte da Antonio Guadagni riguarda il raggiungimento dell’indipendenza in maniera non violenta. La solita scusa già sentita tante volte. Per questa ragione, rilanciamo questo articolo scritto 5 anni fa da un secessionista irreprensibile.

di GILBERTO ONETO

Fino a qui Maroni se l’è cavata benino nel ripulire Bellerio e nel cercare di riportare ordine. Dove ha cannato è nell’infelice uscita sulla “secessione che non può essere che violenta”. Se non è solo un lapsus (più interno-ministeriale che freudiano), è l’effetto di una confusione lessicale prima ancora che ideologica. Serve un po’ di chiarezza che innanzi tutto distingua con decisione  gli obiettivi e i mezzi che si intendono (o possono) impiegare per raggiungerli.

Autonomia e indipendenza sono degli obiettivi. L’autonomia è basata su uno schema variabile di suddivisione di poteri fra il governo centrale e gli enti territoriali. Essa può andare dalla poca autonomia che – ad esempio – lo Stato italiano concede oggi a Comuni, Province e Regioni, alla più ampia autonomia delle Province e Regioni a Statuto speciale, fino alla grande autonomia che Stati esteri (ad esempio, il Belgio o la Spagna) lasciano a talune Comunità territoriali. Se l’autonomia può essere intesa come una scala graduata su cui una lancetta indica le diverse condizioni di libertà,  essa ha ai suoi estremi  l’autonomia zero degli Stati super centralizzati e l’autonomia massima dell’indipendenza. Questa  rappresenta infatti  la posizione di fondo scala sul quadrante dell’autonomia: l’autonomia assoluta. Una comunità è del tutto indipendente quando non riconosce (e non ha) nessuna sovranità superiore o altre sovranità con cui condividere qualche potere. Come ha ribadito lo stesso Maroni, lo Statuto della Lega parla di “indipendenza” e non di “autonomia”: è perciò chiaro che si intenda la più totale autonomia e la cancellazione di ogni legame e sottomissione. L’idea di indipendenza implica perciò con incontestabile chiarezza il distacco dall’Italia.

Si pone a questo punto la questione politica e lessicale degli strumenti da impiegare per raggiungere l’indipendenza.

Si va da una azione graduale di devoluzione (passaggio di porzioni crescenti di potere dallo Stato centrale alle entità territoriali: la lancetta che si muove sul quadrante dell’autonomia) alla separazione più netta. Il tutto può essere acquisito con trattativa politica, con l’esercizio democratico del diritto di autodeterminazione o con una azione di forza. L’operazione può avvenire in virtù di una separazione consensuale, realizzata mediante un voto popolare (Norvegia) o per decisione parlamentare (Slovacchia).  In realtà però la separazione avviene quasi sempre su iniziativa della parte che vuole andarsene perché è difficile che uno Stato rinunci a una parte del suo territorio di sua iniziativa. In tutti questi casi, chi vuole l’indipendenza (e la libertà) compie un atto di proclamazione unilaterale che si chiama secessione. Se succede che la manifestazione di volontà si trasformi in violenza  non dipende da chi vuole la separazione ma da chi eventualmente cerca di impedirla.

Nel 1991 quattordici Stati si sono staccati (proclamando unilateralmente l’indipendenza, e facendo perciò una secessione) dall’Unione Sovietica senza provocare alcuna azione o reazione violenta. La Cecenia ha tentato la stessa strada trovando invece una reazione durissima. La secessione slovena ha dovuto affrontare una reazione piuttosto blanda, quella croata una resistenza accanita (dovuta però più a problemi di confini che di sovranità), il Kossovo se ne è andato con una proclamazione del suo governo e con il riconoscimento internazionale. Analoga considerazione vale per il grande numero di nuovi Stati nati da liberazioni coloniali. La secessione delle tredici colonie americane dalla Gran Bretagna è avvenuta con una guerra; lo stesso è successo in Algeria, Kenia, Angola e in altre parti. La secessione indiana dall’Impero britannico è  stata invece frutto di una azione la cui sostanziale non-violenza è  divenuta proverbiale. La maggior parte delle  ex colonie è però diventata indipendente in forma quasi totalmente pacifica. Insomma l’idea e la pratica della secessione non significa automaticamente un ricorso alla violenza. Tutto dipende dal grado di autoritarismo e di civiltà dello Stato da cui ci si vuole separare: la Danimarca non ha battuto ciglio per l’Islanda, mentre  l’Indonesia ha fatto fuoco e fiamme per tenersi (senza riuscirci) Timor Est.

Associare automaticamente l’idea di secessione a quella di violenza è sbagliato. Nel nostro caso si tratta di una maliziosa equazione che è accreditata dallo Stato italiano per togliere vigore alle legittime aspirazioni all’autodeterminazione. Si evocano i fantasmi delle guerre balcaniche (ma il Montenegro non se ne è andato senza che volasse un ceffone?) e le immagini – magari mediate dalla sottocultura hollywoodiana – della guerra di secessione americana. Attenzione: quella volta si era risposto a un atto legittimo e democratico con una reazione brutale e sanguinaria. I cattivi non erano i secessionisti ma quelli che hanno distrutto mezzo paese per imporre l’unità.  Per fortuna non ci sono Grant e Sherman nello sterminato organico di generali di cui dispone il ministro Di Paola. Lo Stato italiano è gradasso e vile. Gradasso nel minacciare sfracelli ma vile di fronte a una presa di posizione ferma e decisa. Ma è anche ladro: e i ladri non rinunciano volentieri alla refurtiva, al pizzo e ai polli da spennare. Se si riferiva alla violenza con cui i ladri difendono il loro territorio, allora Maroni aveva ragione. Ma sarebbe bello che lo specificasse bene.

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49 COMMENTS

  1. Basta ciance, smettiamola di dire che in italia non succede nulla, e muovete quel sedere dalla poltrona… Tutti questi movimenti sono completamente dissociati dallo stato occupante straniero italiano a qualsiasi livello

    Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto

    http://www.mlnv.org

    Movimentu Liberatzioni Natzionali Sardu

    https://www.facebook.com/movimentuliberatzioni.natzionalisardu?ref=ts

    Fronte di Liberazione Nazionale della Napolitania

    http://fln.eu.com/

    Unione Siciliana

    https://www.facebook.com/unione.siciliana

    • Prima si tenta la via gandhiana poi ci si pensa un po’.
      Pero’ ci vuole un vero capo.

      Pero’, prima, bisogna togliere quel – UNA e INDIVISIBILE -.

      Soprattutto perche’ non e’ DEMOCRATICO quel – UNA e INDIVISIBILE -. Toglie, infatti, la sovranita’ ai popoli.

      svoboda

  2. Nel 1991 quattordici Stati si sono staccati (proclamando unilateralmente l’indipendenza, e facendo perciò una secessione) dall’Unione Sovietica senza provocare alcuna azione o reazione violenta.

    bravo Oneto … bisogna ke glie lo spieghi bene anke al Toso italiota di verona… mi pare sia in konfusione… e poi spiegargli anke kome si fa ad ottenerla …

    gli indipendentisti (1) di kuà hanno idee e strategie d’azione PACIFIKE estremamente valide (già ben illustrate e dikiarate) ed attuabili ipso fakto … ma non remissive nè ossekuianti, kontro roma e suoi aguzzini ..

    (1)… leggi Aldo Bettinelli, Migotto, Dal Col ed altri ke in kuesto giornale skrivono

  3. La violenza non è causato soltanto dallo stato ma anche dalla cosiddetta comunità internazionale.
    Onu e Nato d’accordo a concedere l’indipendenza del Kossovo, ma contrari a concedere la riunificazione del Kossovo del nord con la madrepatria serba.

  4. Roberto Maroni è stato due volte ministro degli interni del governo italiano. Questo fatto la dice già lunga, di quanto venga considerato all’esterno il primo articolo dello statuto della Lega Nord. Tra i vari compiti di questo ministero c’è la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e il coordinamento delle forze di polizia. Una persona di manifestate idee autonomiste e secessioniste appartenente ad un movimento con chiari intenti in quella direzione non avrebbe mai ricevuto quell’incarico, perché avrebbe rappresentato una mina vagante per la repubblica italiana. La prima volta è stato nel 1994/1995, poco dopo la pacifica scissione della Cecoslovacchia, la seconda nel 2008/2011, poco dopo la dichiarazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo. Di sicuro questi fatti sono stati seguiti attentamente dal governo italiano, dai servizi segreti, ecc. e Roberto Maroni possiede molte più informazioni di tutti noi messi assieme: se ha detto che in Italia “la secessione non può essere che violenta”, vuole dire che ha raccolto come ministro degli interni l’impressione che pacificamente l’Italia non si dividerà mai, benché nel mondo ci siano stati esempi diversi. Il secondo mandato si è accavallato con i preparativi per i festeggiamenti del 150esimo, anche qui si sono sprecati gli elogi all’unità dell’Italia e magari sono stati presi provvedimenti per soffocare ribellioni indipendentiste: l’anno 2011 sarebbe stato un buon periodo per forzare la secessione. A mio avviso per una separazione consensuale e pacifica si può sperare solo sullo straniero…

    • E’ quello che vado dicendo da tempo, Maroni non è autonomista, negli ultimi anni ha comandato in modo centralista un ministero di per se centralista, rafforzando figure che un autonomista dovrebbe considerare “di occupazione” (come i carabinieri e i prefetti), contrastando statuti e leggi regionali (arrivando ad “appellarsi alla consulta” perchè abrogasse leggi regionali, anche quando queste riguardavano materie ben poco rilevanti), ha “sparato” contro i no tav, allestito baccanali per i 150 anni dell’unità nazionale e così via. Senza considerare che lo stesso accettare (o pretendere?) un ministero del genere per ben due volte è già da sola una contraddizione in termini. Personalmente delle beghe leghiste mi interessa ben poco, preferisco giudicare persone e movimenti dai fatti e dai programmi e il giudizio che va dato a maroni è quello di un politico italiano che ha servito discretamente bene la sua patria lavorando spesso contro ogni istanza autonomista. Ora mi chiedo, perchè mai e in base a quale avvenimento, dichiarazione, intuito tale personaggio sarebbe diventato improvvisamente un autonomista buono alla causa indipendentista???

      • una riflessione ke merita attenzione… dovrebbe kiarire molte kose agli indipendentisti ed ai cittadini cisalpini ke votano ankòra kuest’impiastri bossiani…

    • Certo sarebbe davvero umoristico vedere che l’Italia reagisce con la violenza e la Serbia nei confronti del Kosovo NO.
      Un paese davvero esemplare e civile, di cui andare fieri…

    • Ma mi faccia il piacere…

      Basterebbe organizzare uno sciopero fiscale per tre-sei mesi, in cui anche solo 1/3 dei Nordisti non pagassero tasse a Roma. A quel punto Caput Mundi addiverrebbe al tavolo negoziale (carri armati?… non mi faccia ridere). Il Nord, forte del surplus fiscale di EUR 120 mld ANNUI, dovrebbe offire di accollarsi almeno il 50% del debito italiota… e la seccessione sarebbe fatta.

      Il problema maggiore, e muy difficile, est trovare un movimento ed un suo rappresentante che sappiano coagulare le istanze secessioniste e gestire le negoziazioni con Rrroma.

      Chi mai?… Bossi e Maroni, no. I capetti dei vari movimenti indipendentisti rionali – boh… Io vedrei bene (sono blasfemo?) un Formigoni riformato post-Berlusca/Napolitano; forte della sua lombardità e della sua esperienza di governatore della locomotiva mittle-europea. L’uomo, come manager e comunicatore, oltre che masticatore di cose economiche ed in quanto a stamina, non mi pare (come direbbe Mou) un pirla.

      Cheers, GR.

  5. Se si andra’ per la secessione il fatto di farlo con le armi o no sta nello stato italia.

    Guardate gli invasori. Arrivano sbarcando o attraversando il confine a piedi e una volta qua chiedono DIRITTI.
    Di fatto l’e’ bel che fatta.

    Lo stato italia sceglie la via dell’INVASIONE PACIFICA.

    Cosi’ sara’ con la richiesta di SECESSIONE..??

    LO STATO ITALIA, SCEGLIERA’ QUALE ARMA..??

    QUELLA PACIFICA COME FA CON GLI INVASORI O BELLIKA COME FECE CON GHEDDAFI E MILOSEVIC..?

    Non ci sono disk da fare come quelli di Stefano.

    Poi c’e’ la parte estera.

    Anche gli stati esteri, quale arma sceglieranno..??

    Quella che usa con gli invasori e cioe’ chiudere gli occhi, oppure quella usata per l’IRAQ, L’AFGHANISTAN e ecc…???

    Sara’ certo che visto che vogliono fare l’URKA (l’EU unita) alla KOMUNISTA maniera si opporranno.

    Il resto sono discorsi sciogli lingua e esercizio di scrittura e basta..!

    SVOBODA e la democrazia e’ FALLITA..!

    QUINDI..????

    Ai posteri…

  6. mah, a certi i fanatici del randello e dello schioppo che hanno commentato, ricordo che la violenza tante volte non ha portato a nessuna indipendenza, gli americani ce l’hanno fatta, ma quante volte gli scozzesi sono stati repressi nel sangue e se oggi avranno l’indipendenza l’avranno tramite un referendum.

    La secessione si può fare anche senza ricorrere alle armi l’importante è che il popolo la voglia e la classe politica padana approfitti delle occasioni che possono capitare. Se la gente non vuole la secessione, potete anche agitare i vostri randelli, ma non vi seguirà nessuno e finirete male, più o meno appesi, se invece la maggioranza dei padani si sveglierà non ci sarà bisogno di armi, basterebbe incrociare le braccia per 15 giorni e crolla l’Italia.

    • soprattutto basterebbe non mandare soldi a roma, sotto nessuna forma per 60 giorni e questi partono in ginocchio a chiedere solidarietà e pietà. credo che dopo cinquant’anni di prese per il culo l’unico commento potrà essere (in latino così lo capiscono bene) vae victis.

  7. solo per la precisione… autonomia non è in antitesi con indipendenza, sono due concetti diversi che operano su piani diversi, un po come libertà/democrazia. autonomia significa “auto-governarsi”, non lasciare che altri decidano per te. E’ un concetto ideale, che ogni indipendentista o federalista dovrebbe avere a cuore. Essere per l’indipendenza e contro l’autonomia, questa si è una contraddizione in termini. Indipendenza significa autonomia + riconoscimento di “sovranità”. L’indipendenza è uno STRUMENTO, al pari del federalismo, per realizzare una maggiore autonomia. So che non è facile comprendere questi passaggi, ma serebbe opportuno farlo per non incorrere negli errori che leggiamo tutti i giorni anche su questo giornale (“macchè autonomia ci va l’indipendenza” ” maroni chiarisca se è autonomista o indipendentista” bla, bla…). Del resto proprio oneto se non sbaglio ha recentemente ricordato l’importanza della terminologia nel dibattito politico…

  8. Voi Lombardo Veneti indipendentisti e secessionisti vivete perennemente proiettati in un qualcosa che non c’è, che c’è solo nelle vostre fantasie, e che non ci potrà mai essere, almeno in Italia.
    Con questo non voglio dire che siete delle cattive persone, per carità, ma il disagio della popolazione Italiana, tutta la popolazione da nord a sud, non si può risolvere con ste robe continue di secessioni e dichiarazioni di indipendenze fatte da ipocriti capi di partito che dicon di firmar trattati segreti con altri stati per formare macro regioni alpine.
    Voi Veneti e Lombardi siete tali e quali ai Romani, siete entrambi totalmente egocentrici e distaccati dalla realtà. L’unica differenza tra voi e loro, oltre al dialetto, è che voi vivete proiettati in un qualcosa di futuristico che non c’è, mentre loro loro vivono perennemente proiettati in lontano passato che anch’esso non c’è più da ormai un millennio e mezzo.
    Come ho già provato a spiegarvi altre volte conta solo la realtà, e se uno la perde di vista perchè distratto da proclami assurdi fatti da qualche furbetto nullafacente, si finisce che uno si viene a trovare ancora più in difficoltà.

    Bisogna distaccarsi da questi concetti astratti e guardare diretti la realtà.
    L’Italia moderna, non può essere divisa. Forse si poteva fare ai primi del 900, ma non ora.
    Una secessione, qualsiasi siano i confini, ammesso che si possa fare anche senza nessuna guerra, significherebbe azzerare e dividere tutto, dall’ordinamento politico a quello finanziario passando per quello militare, per quello econimico/sociale/lavorativo, per finire con quello energetico.

    Azzerare l’attuale sistema Italia nella sua interezza, significa azzerare tutta una serie di equilibri e di garanzie tra Nazioni, che fanno si, per esempio, che la Francia ci fornisca la quasi totalità del fabbisogno Italiano di energia elettrica, e ricordate cosa è successo la notte bianca di 7-8 anni fa? quando saltarono i ponti elettrici tra Italia e Francia? semplice, una intera nazione al buio e senza elettricità….la nostra!!!
    Lo stesso dicasi per l’approviggionamento di gas. L’attuale sistema Italia nella sua interezza, fa si che sussistano le condizioni e le garanzie affinchè Russia, Algeria, Libia e qualche altro paese dell’est Europa, forniscano la quasi totalità del fabbisogno Italiano di gas, soprattutto nei mesi invernali.
    Vogliamo parlare poi degli USA? Delle centinaia di basi militari sparse per tutta la penisola isole comprese, in molte delle quale si dice che siano presenti anche testate nucleari dello scudo missilistico USA voluto da Bush?
    Poi, durante la guerra in Jugoslavia noi eravamo una piattaforma di partenza della Nato. Per forma e posizione geografica, L’italia è stata usata sia nella guerra in Jugoslavia sia in quella in Irak, come una enorme portaerei Americana e della Nato.
    Per non parlare poi delle centinaia di miliardi di dollari con i quali gli USA dal dopo guerra in poi hanno finanziato la ricostruzione industriale Italiana.
    Alle centinaia di miliardi di dollari con i quali gli USA hanno continuato a finanziare l’economia e l’industria Italiana durante la guerra fredda, affinchè l’Italia rimanesse in orbità Atlantica piuttosto che filo Sovietica.
    Vogliamo parlare della Germania? basta un nostro sternuto fuori posto per far alzare di una cinquantina di punti il differenziale tra i nostri titoli del debito in riferimento ai titoli del debito tedeschi.
    E poi, secondo voi, perchè è bastata una telefonata congiunta Merkel-Obama per far avvicendare un intero governo Italiano in meno di una notte, senza che all’indomani nessun partito ostentasse la minima contrarietà?

    Vogliamo parlare poi del debito Italiano? secondo voi quei quasi 2000 Miliardi di Euro verso quali Nazioni sono esposti?
    2000 miliardi di euro, sono la bellezza di 4 MILIONI di miliardi di lire, e guarda caso questo debito è per solo il 12% in mano al sistema bancario Italiano.
    Il resto è tutto esposto verso USA in primis, poi Germania Francia e Inghilterra e qualcosina anche verso Russia e Cina.
    Questi paesi non hanno nessuna convenienza militare, ne politica, ne economica nello scindere in due l’Italia.
    Chiuque voglia solo provare a fare una cosa del genere, dovrà andare a discutere con quelle Nazioni.
    Questo vi dimostra come mai, in 10 anni al potere con Berlusconi, la Lega non abbia neanche lontanamente pensato al solo federalismo fiscale, figuriamoci poi alla secessione……in raltà del federalismo non importa niente a nessuno ne alla vecchia Lega, ne alla “nuova” Lega, ne ai leader dei movimenti indipendentisti minori padani e ultimamente siciliani e sardi.
    La secessione, roma ladrona, il sud mafioso…..sono tutti ottimi espedienti per illudere e distrarre le persone.
    Tutto fa brodo pur di ottenere un consenso popolare volto solo ed esclusivamente a farsi ognuno nella propria regione gli affaracci suoi, proprio perchè i politici son ben consci che l’Italia attualmente è un paese mantenuto dalla cominità Internazionale.

    Poi c’è il discorso dell’attuale equilibrio economico/sociale Italiano.
    Se vi è sfuggito, questo semestre in Italia sono state generate 500 MILIONI di ore di cassa integrazione, le quali per il 70% vanno tutte al nord il quale oltre ad avere quasi 34 milioni di abitanti, è anche la parte del paese più industrializzata dove ci c’è la maggior parte delle aziende e industrie in crisi.
    Atualmente la BCE permette alle banche Italiane di comprare i titoli del debito italiano che vengono emessi mediante le aste di bot, che fanno una settimana si e l’altra anche.
    I ricavi di queste aste servono a finanziare tutti gli sprechi Italiani, compresi l’erogazione dei fondi per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria che vanno ai lavoratori dipendenti di aziende che hanno fallito o che sono in procinto di farlo.
    Se solo facciamo la pipi fuori dal vasetto, Bruxelles chiude i rubinetti alle nostre banche, le quali a loro volta smettono di comprare i titoli del debito Italiano, con la conseguenza che da un mese all’altro si passa da 90 milioni di ore a 0 ore di cassaintegrazione. Quindi da un mese a un altro ci troviamo con decine di migliaia di aziende e fabbriche in fallimento, e centiania di migliaia di dipendenti licenziati. questo farebbe lievitare lo spread, i tassi di interesse sul debito pubblico diventerebbero sempre più alti, a tal punto che per fornire ulteriori garanzie l’Italia sarebbe costretta a drastiti tagli della spesa e dei servizi pubblici.
    Si passerebbe prima al licenziamento e poi al dimezzamento degli stipendi degli oltre 3,5 MILIONI di dipendenti statali sparsi per tutta la penisola.
    Se questo non basta si passa al dimezzamento di tutte le pensioni, e si sa, siamo un paese di anziani e di pensionati c’è ne sono a milioni e milioni.
    Non è fantascenza, è esattamente quello che è accaduto in Grecia e che forse sta cominciando ad accadere in Spagna in questi giorni.

    Poi c’è la questione dell’approvvigionamento delle scorte petrolifere Italiane, e di tanti altri equilibri Internazionali che conosciamo solo marginalmente, e di tanti altri che neanche conosciamo……ma son stanco di scrivere e non mi va di continuare.

    Tutto questo per dire all’autore dell’articolonormale, che poi è un cittadino Italiano come noi, che prima di parlare di secessione, prima di far riferimento a qualsivoglia strategia indipendentista pacifica e non, bisogna lasciare per un attimo il mondo dei sogni e soffermarsi sulla realtà delle cose.
    Vedrete che così facendo risolverete tutti i vostri finti problemi esistenziali che altro non sono se non il frutto di false convinzioni che qualche cretino di politico da 4 soldi cerca di mettere in testa alle persone.
    Tipo i dirigenti leghisti, proprio non riescono a compiere nessuna azione degna anche di un solo applauso o di una sola parola di spprezzamento.
    Hanno fatto una campagna anti IMU scendendo nelle piazza, facendo comizzi e proclami su tv e giornali.
    Alla fine si è visto che su 24 milioni di abitazioni soggette all’imu, per ben 22,5 milioni di queste è stata versata la tariffa. Quindi l’IMU l’ha pagata il 94% degli Italiani da Nord a Sud.
    Tutti pagano le tasse, se non le paghi, ti staccano le utenze.
    Gli unici cittadini che non le pagano, sono quelli che abitano nelle case popolari o degli enti (cioè gli amici degli amici dei politici e dei sindacati), e i rom che si allacciano ai pali della luce e alla rete idrica.
    Il resto dei cittadini le tasse le pagano tutti, capito dirigenti leghisti?
    ho finito.

    PS1: per quelli che mi hanno dato del komunista, bhe, sono un EX simpatizzante di alleanza nazionale ed ho sempre votato FIni fin da quando ho 18 anni, ora astenuto in cerca di un nuovo personaggio che possa illudermi di nuovo a tal punto da indurmi a votare nel 2013.

    PS2: per quelli che mi hanno detto che sono un Grillino, bhè, dico che Grillo è un brav’uomo, gli voglio bene, ma non mi illudo che delle selezioni di curriculm online a livello Nazionale possano risolvere i nostri problemi.
    A livello locale tipo con le giunte comunali forse potrebbero, ma a livello Nazionale non so….ad ogni modo, auguro a Grillo di entrare in Parlamento e Senato con almeno 100 parlamentari e Senatori.

    PS3: Per quelli che dicon che scrivo con rabbia, si sbagliano di grosso. Io sono molto calmo e tranquillo e penso di non sbagliare in quello che dico.
    Son talmente calmo che la scorsa settimana il mio principale mi ha detto che in settembre mi metterà part-time (faccio il cameriere in un pub) e praticamente la cosa non mi ha neanche sfiorato. Non mi importa niente, ho 28anni quasi 29 e non mi rovino le giornate e l’esistenza per colpa di un sistema malato che non ho creato io o per colpa delle fesserie che i politici e i loro servetti cercano di metterti in testa pur di rimanere loro stessi a galla.

    • Sì, può darsi che le questioni esposte sugli approvvigionamenti siano problemi reali. Ma questo all’estero non interessa. L’Italia, tra al massimo cinque anni, sarà considerata al pari di un paese dell’Europa orientale, ad andare bene.
      La prospettiva è che l’Italia fallisca con un crack assolutamente impagabile di 2000 miliardi di euro, quasi tutte in mano a incaute banche straniere. Gli investitori esteri lo sanno bene. E qualcuno ai piani alti delle nazioni estere sa bene che l’Italia è composta da un Nord virtuoso che annaspa soffocato da un sistema politico inefficiente e sprecone che non cambierà mai direzione fino a quando non si troverà col culo a terra. Penso che, piuttosto di affrontare un crack doppio di quello della Lehmann Brothers, qualcuno verrà a chiederci di cambiare forma di Stato.

    • Stefano dal’Italia o Stefano da Bologna ? Mi sa che è la medesima persona. Un “pistolotto” a cui si potrebbe tranquillamente rispondere con: dove sta la tua soluzione ? semplice la soluzione non c’è, ma chiedo se l’Italia ripudiasse il debito cosa ne faresti di questo bel “pistolotto” che hai scritto ? a domanda si risponde e quindi attendo risposta.

    • Stefano, la realta’ mi sembra un po’ piu’ semplice di come l’articoli piu’. La globalizzazione e’ fallita e l’idea di rivendicare autonomie e indipendenze a livello di singole comunita’, omogenee per identita’ storica e linguitsica, e’ di fatto la nuova realta’ che sempre piu’ gente sta scegliendo, per opporsi al pensiero unico e all’economia unica globale.
      Se il tuo discorso stesse in piedi, dai primi del novecento ad oggi, sempre piu’ stati si sarebbero aggregati in unita’ uniche e omogenee come il granito. In realta’ e’ successo esattamente il contrario e dopo la fine dell’URSS, il processo e’ accelerato. Solo in Europa sono comparsi o ricomparsi 14 stati nuovi negli ultimi vent’anni : Lituania, Estonia, Lettonia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Macedonia, Repubblica Ceca, Slovacchia. Non classifico come europee Georgia, Armenia, Kazakistan ecc ma anch’esse sono realta’ che si sono stti, accate dall’URSS. La Groenlandia s’e’ resa indipendente nel 2009. La Scozia seguira’ probabilmente nel 2014. Insomma, caro Stefano, a me sembra che la realta’ galoppi in modo perfettamente contrario a come la presenti tu. Comunque vai alle conferenze e presentazioni di Veneto Stato o altri movimenti indipendentisti in Veneto e gira dalle parti di Treviso, Vicenza, Padova e altre citta’ e paesi veneti fra la gente comune.Ti sembrera’ di aver sognato fino ad adesso! Noi non siamo piu’ italiani…da anni! Giovanni Dalla-Valle

    • tu ragioni da itagliano, noi no e, scusa la presunzione, ma siamo convinti che senza mezza itaglia potremmo stare benissimo in piedi. forse credi che gli stati esteri (o le banche estere) che hanno sottoscritto il debito dell’itaglia abbiano qualche speranza di rivedere i loro soldi nelle attuali condizioni di spreco da parte di roma? non credo proprio, anzi, credo che vedrebbero di buon occhio se almeno una metà del debito se lo accollasse la parte produttiva del paese. IMU. io non so cosa leggi ed in quale pub lavori; forse a londra o a dublino. l’acconto imu lo ha versato chi ha la casa accatastata in un comune che, normalmente, riscuote i tributi. forse non lo sai ma il catasto esiste praticamente fino a roma e, guarda caso, le regioni del nord lo aggiornano. si stima che al sud siano censiti si e no la metà dei fabbricati… e hanno pagato tutti?
      le tasse. si vede, caro stefano, che non ti informi abbastanza. giusto per acculturarti un pochino, vatti a leggere i dati sull’evasione fiscale e scoprirai che il sud rasenta il 56% con punte dell’85% in calabria. e le pagano tutti? ti auguro lunga vita e di lavorare sodo per poter pagare i debiti che altri fanno sulla tua testa… ma già, siamo tutti italiani…..

  9. Oneto impari dal professor Antonini di Rai Parlamento che è bravissimo! Lui si che è tra i fondatori del federalismo, altrochè! E poi è amico del Calderoli!

  10. Da quanto leggo, vedo che NESSUNO sa cosa sia il Federalismo in quanto idea dello stato CONTRATTUALE che lascia ogni comune e regione PADRONE A CASA PROPRIA. Se fosse conosciuto si capirebbe che la secessione è INUTILE e meno vantaggiosa per tutti.

    • La secessione serve.

      Serve tout court e per dar modo ai secessi (i cessi non c’entrano) di farsi le loro regole.

      Altrimenti le farebbero gli altri NON interessati..!

      Poi si puo’ discorrere anche di federarsi o confederarsi.

      Insomma, serve rifare il percorso fatto male a quei tempi.

      An salam

    • La secessione è l’ancora di salvezza quando ti prendono per i fondelli per vent’anni blaterando di riforma federale. E quando il tempo è ormai scaduto.

    • Paolo, forse non comprendi ancora appieno il funzionamento di questo stato…

      Certo… il federalismo vero e contrattuale lascia ogni comune/regione/* padrone a casa propria, e fa in modo che lo stato centrale coi suoi politici di professione non sia più padrone di nulla….

      E Proprio per questo motivo questo stato italiano non lascerà mai e poi mai che il federalismo o qualsiasi cosa gli rassomigli anche solo vagamente prenda piede.

      Vuoi davvero il federalismo? Credo che non ti rimanga che metterti in testa che l’unica soluzione è farlo , partendo dal basso, dai comuni o da dove ti pare, ma farlo in stati che non siano lo stato italiano.

      È molto piu fattibile una secessione, o anche dieci secessioni, che anche solo una parvenza di federalismo vero in italia.

      Con rispetto vero per le tue idee, un saluto.
      M.

    • Come hanno scritto più sotto, l’Italia nasce dai miti risogimentali instillati dalla mentalità giacobina di stampo francese, per cui un’Italia federale è impossibile, sarebbe come volere del sale dolce, o dell’acqua asciutta, cioè una cosa impossibile, quasi un ossimoro.

      Avrebbe potuto essere federale quando si discuteva della sua eventuale formazione com Stato, nell’800, ma invece è stata intrapresa una strada alquanto diversa, che, dall’aggressione alla Lombardia austriaca da parte dei Savoia, ha portato l’Italia a forgiare la sua essenza, cioè il fascismo, sgorgato copioso dagli esiti della prima guerra mondiale e che ha ancora oggi degli strascichi ben evidenti.

      Quindi, non è che non andrebbe bene il federalismo (ma totale, non solo fiscale per finta), però non è realizzabile.

  11. Sì si va bene ma questi concetti sono già stati espressi e anche meglio nelle opere sul federalismo dei professori Palmeri-Faverio-Antonini ”il federalismo spiegato al popolino dal rifugio alpino o dal ristorantino”. Quelle si’ che sono trasmissioni kuturali altro che kulinudi. Intellettuali di primissima mica come voialtri che copiate tutto.

    • Cara Elsa,

      se mi metti nel mucchio devo dissentire
      col tuo pensiero. Anzi. Proprio anni fa parlavo che certi TALIBANI, molto allorati in specie, sono come le macchine fotocopiatrici. Infatti, FOTOKOPIANO e poi INKOLLANO facendo passare per loro quello che e’ in realta’ degli altri.

      Di loro, dal sacco della loro farina, NON ESCE NULLA. Eppure gia’ immergendo una mano nel sacco della farina tipo doppio 0 (zero) qualcosa rimane. NIET. NON HANNO NULLA DEL LORO MULINO che non esiste perche’, anche, la cosiddetta cultura italiana e FITTIZIA oppure NON ESISTE..!! NIET SACCO DELLA FARINA TALIBANA.

      La CATASTROFE italiana era prevedibile proprio per la sua FITTIZIA cultura ma gia’ dalla fecondazione al travaglio (il giornalista non c’entra) si poteva leggere che MORIVA prima o poi. E parafrasando Commodo: …sembra tu tu non voglia MORIRE…
      Commodo e’ l’italia el Gladiatore i vari e VERI POPOLI residenti in questo VERO ALKATRAZ ignorante pure.

      I talibani “furbi” cosa fecero appena fu fatto lo stato amministrativo chiamato italia (l’Alkatraz nostrum)..??

      Presero le culture VERE preesistenti e le rinominarono, come si fa con un file in informatica, chiamandole KOOLTURE TALIBANE o italiane.

      Poi si sa, ESSENDO LADRI E ABBASTANZA IGNORANTI, confusero i termini o il lessiko o vocabolario e FECERO TANTA CONFUSIONE..!

      Cambiarono NOMI E COGNOMI… e delle persone e dei paesi e delle citta’. Le regioni nacquero da sotto i KAVOLI come per inkanto.

      Perfino i termini ANNESSIONE e CONQUISTA o IMBROGLIO furono sconvolti e comunue ignorantementi stracapiti.

      Nascendo cosi’, l’italia, era gia’ destinata a fare una brutta FINE. THE END.

      E pensa, cara Elsa, che l’italia fece, nei nostri confronti, peggio di ADOLFO, gia’, il matto da legare..!

      Fai bene a dire che siamo fotokopiatori… MA NON SIAMO MAI INKULLATORI kome i TALIBANI..!!

      Un abbraccio… ma non come quello di Commodo con Marco Aurelio. (il gladiatore).

    • Ma chi sarebbero questi professori? Dell’Università di Canicattì?
      Questi concetti non sono stati affatto espressi chiaramente fino a ora in Italia e ha fatto molto bene Oneto a fare le distinzioni necessarie e i riferimenti alla storia, sempre meno insegnata nelle scuole. In questo paese c’è una confusione mentale spaventosa (e un’ignoranza altrettanto crassa). Per questo i cittadini sono ridotti in schiavitù.

      • vi ha preso in giro, non sono professori: sono la ex portavoce di Bossi, direttore di Rai parlamento, la giorenalista nipite di La Russa che lavora in Rai e il prof. Antonini sempre ospiti Rai e su Panorama…mi sembra una presa per il culo a occhio…

  12. Lo stato abusivo italiano è più Danimarca vs Islanda o Indonesia vs Timor Est ?
    E’ sufficiente presentarsi ad una caserma dei carabinieri e rendere loro noto che da oggi, noi, i nostri parenti e le nostre proprietà non riconoscono più il governo italiano, per rendersi indipendenti ?
    Ma manco per sogno, quindi per quanto sia un’ipotesi non certo preferibile, la violenza diventa l’unica opzione per liberarsi, sempre che la libertà interessi sul serio

  13. Finalmente Gilberto Oneto ha fatto chiarezza nella sua mente: l’autonomia non e’ l’indipendenza, ma può portare all’indipendenza totale tramite un processo di secessione. Incomprensibile invece le attenuanti ideologiche attribuite a Maroni, che non e’ mai stato ne’ autonomista, ne’ indipendentista, sicuramente confusionario per alimentare il consenso verso il partito e non verso un obiettivo chiaro e riconoscibile. E la stessa linea editoriale dell’Indipendenza, che ricalca lo schema della Lega Nord: nel contenitore ci stanno: federalisti, autonomisti e indipendentisti vari. Nel proscenio, pero’, ci sono due linee prevalenti: una indipendentista, con percorsi diversi, ma con un unico obiettivo, l’indipendenza totale, e gli autonomisti federalisti che hanno scelto un percorso piu’ soft o che forse non intendono abbandonare i confini italioti.

    • sottoskrivo pienamente…
      Maroni ha detto kiaramente kos’ha in testa:

      – Riduzione del n° dei parlamentari,
      – Presidenzialismo, e
      – Senato federale 😀

      kosa avranno da dire i movimenti indipendentisti il 28 pv a Maroni !? … kosa sperano di ottenere da lui !? … boh

      • Il 28, ? Maroni, ? a me pare sia chiaro che il confronto l’abbia chiesto Lui come è normale che sia. Sarà lui che deve chiedere cosa vuole ottenere non ti pare ? Io sono certo che quell’incontro non si farà mai. Se gli indipendentisti come penso hanno già capito quello che dovevano capire, ringrazino Maroni per non avergli fatto perdere tempo.

  14. Ebbene è vero, ci si può separare consensualmente.
    Ma c’è un ma: se se ne vanno le regioni del Nord, poniamo fino all’Emilia Romagna, e comprendiamo pure la Liguria (regione altamente improduttiva), chi resta a Sud del confine sa che morirebbe di fame nel giro di un paio di settimane.
    Dunque di lasciare andare il Nord senza battere ciglio non se ne parla proprio.
    Prendiamo la situazione siciliana: tutti i politici dell’isola a dire che loro da soli ce la fanno benissimo, però subito a batter cassa per i trasferimenti statali.
    Stia sicuro, caro Oneto, che il Sud non lascerà andare via il Nord tanto facilmente.

    • Hanno provato a fare tagli al settore pubblico ed è nato un movimento (i Forconi) che ha bloccato tutta la Sicilia. Si è fermato solo perché lo Stato, nonostante tutto, trova ancora i soldi per comprarsi la fiducia tramite posti pubblici.
      Sono certo che ci butteranno fuori loro dall’Italia quando saremo ridotti economicamente al loro stato, cioè molto presto.

  15. Articolo fondamentale.
    Sottoscrivo le considerazioni di Gilberto Oneto in ogni loro parte.
    Sarebbe opportuno che tutti gli indipendentisti lombardi e veneti ne acquisissero mentalmente il concetto principale, ovvero: si arriva all’indipendenza attraverso la secessione.
    A prescindere da qualsiasi fondamento abbia la rivendicazione separatista/indipendentista (storico, etnico, religioso, linguistico, economico, coloniale, ecc.).
    Non so quante volte mi è capitato di spiegarlo e ogni volta mi sono dovuto sorbire inutili e fasulli distinguo fra indipendenza e secessione, conditi da amene considerazioni su quanto sia bella l’indipendenza e quanto sia brutta la secessione.
    Gli indipendentisti devono smetterla di vergognarsi delle parole e devono smetterla di accettare implicitamente l’equazione “secessione=violenza”.
    La secessione è una procedura giuridica necessaria per ottenere l’indipendenza, tutto qui.
    Un cordiale saluto, naturalmente separatista,
    Alessandro Storti

    • Anch’io sottoscrivo le considerazioni di Gilberto Oneto.
      Prevale per me, purtroppo, quella da lui fatta nell’ultimo paragrafo del suo articolo : troppo difficile che il ladro molli il malloppo….. ha speso un’enormità di denaro per celebrare il 150°, e ha di recente inventato anche un ministero della coesione nazionale …e chi piu’ ne ha…

  16. In Italia “secessione” è associato a violenza, perchè lo Stato italiano, di marca giacobina e francese, figlio delle truculente mitologie risorgimentali, è basato SOLO ed ESCLUSIVAMENTE sulla violenza e sulla minaccia del suo uso. Tutti intuiscono che uno Stato del genere in caso di secessione reagirebbe proprio con la violenza. Non possono avere dubbi.
    Il problema è che uno Stato del genere è fuori dalla storia ed è dominato da un’ideologia e da pratiche di persone incivili, che non concepiscono nemmeno quello che è accaduto in Norvegia, Slovacchia e perfino in Unione Sovietica.

    • Esattamente, perfetta definizione! DI stampo giacobino e francese, con truculente mitologie risorgimentali che, aggiungo, si sono protratte fin dentro alla prima guerra mondiale e sono sfociate nel fascismo.

  17. Ottimo..!

    La frase di Maroni e’ paritetica a quella del napoleon IV.

    “…a quelli che pensano di dividere lo stato… (circa)”.

    Il messaggio rimane: UNA e INDIVISIILE O BOTTE DA ORBI (urbi et orbi non c’entra).

    O comunque finirete come gli OTTO SERENISSIMI…
    Anche questa azione vale le frasi dei due esimii statisti se non peggio.

    E per fortuna che e’ scritto nella carta igienika: art.1 – l’italia e’ una repubblica democratika, fondata sul lavoro (MA DEGLI ALTRI -ndr-).
    La sovranita’ appartiene al POPOLLO, che la esercita (non c’entra l’esercito) nelle forme e nei LIMITI della costituzione o carta sempre piu’ igienika (ndr).

    Se valesse davvero questo articolo number one o strappo igieniko, il POPOLO e non il popollo, avrebbe diritto, DIRITTO, anche a SECEDERE, ovviemente, PACIFICAMENTE..!

    Ma, afferma l’Oneto pensiero, ora che hanno visto che la marmellata l’e’ buona e soprattutto e’ a GRATIS la difenderanno anche con i DENTI..!!

    Salam

  18. Bravo Gilberto. E’ bene ricordare che l’autodeterminazione dei popoli può passare attraverso la via democratica, pacifica e consensuale. Quando ciò non avviene è sempre per colpa di chi si oppone alla perdita di territorio.

  19. Il breve “saggio” di Oneto è interessante, quello che invece Oneto, secondo me, dovrebbe fare è l’elaborazione di una strategia che consenta di muovere i primi passi in direzione dell’autonomia politica del Piemonte, nel mio caso, ma delle aree padano-alpine che intendano percorrere questa strada, con l’obiettivo finale dell’autogoverno e del totale distacco dallo stato centrale. Tutto questo però, per essere credibile lo deve fare in completa autonomia, senza strizzare l’occhio alla lega nord o ai maroni di turno ed alle finte pulizie. Lo sappiamo tutti che l’attacco al “cerchio magico” maroni lo ha potuto fare grazie al potere temporaneo dovuto al suo “lavoro” di servitore dello stato italiano come Ministro dell’Interno. Qualsiasi abbraccio con quel partito sarebbe mortale ed io non credo che Oneto insegua un obiettivo “minimalista” per essere nominato, in un prossimo futuro, ministro della cultura in un futuro governo lega-forzaitalia.
    Saluti
    Dario Catti

  20. Il Sig.r Gilberto è stato esaustivo sul termine “secessione”.
    Piu’ volte anch’io ho sotenuto che esistono vari tipi di “secessioni”.Ad ogni modo,in ultima analisi,il Sig.r Gilberto,nelle sue ultime righe parla di “armi” come “ultima
    razio” in caso di secessione di un popolo o di una parte di un popolo :numerosi sono gli esempi della storia.E’ per questo che in altra occasione ho detto che Maroni si presenta come un ” delicato musicista al quale fanno orrore le armi ” ,nel senso che egli crea l’impressione di voler mettere la Lega Nord in uno stato di debolezza verso lo Stato Italiano fin da principio (noi non spareremo mai su di voi) provocando un senso di strapotere dello Stato Italiano.Spero di essere capito.Sembra quasi che Maroni voglia mettere la Lega Nord tranquillamente tra i partiti “Italiani” come tutti gli altri e niente piu’.In altre parole sembra che Maroni venga sostenuto nella sua azione di “prendere in mano la Lega Nord ” subdolamente dal Governo Italiano per smorzarne i toni e metterla in
    disparte facendola apparire come un partito qualunque.
    E’ addirittura sembrato che quelle famose scope di pulizia agitate con la compiacenza di Maroni siano state in realta’
    manovrate addirittura dai PM. Ditemi che sbaglio!
    Sorry ! Sinceri Saluti. Grazie ad Oneto.

    • vero… io condivido e sottoscrivo l’articolo di Oneto e, se mi è permesso, vorrei aggiungere alcune considerazioni operative: la secessione è la via maestra per raggiungere l’indipendenza e, ne sono certo, a noi non la regalano di sicuro. Allora guerra? certo, ma la guerra si può fare in tanti modi. per noi che lavoriamo e produciamo il primo fronte da aprire è quello economico. (io sarò anche monotono ma basta pagare a rate TUTTO e non correre a pagare sempre e subito qualsiasi cosa lo stato ci chiede. (a Crema si dice “che pagà e mor sè sempre a ura”). qui bisogna avere la collaborazione di qualche commercialista sveglio e di qualche avvocato altrettanto sveglio. il secondo fronte, da aprire contemporaneamente al primo, è sul piano dell’informazione al volgo di come, e di quante volte al giorno, lo stato italiota ci inchiappetta. diffondere le cifre di stipendi e pensioni che questi sporcaccioni servitori dello stato si portano a casa e sottolineare che sono SEMPRE soldi nostri. La lega e maroni… possono essere utili ma solo se collaborano con noi e non con il nemico. modi e tempi di questa collaborazione potrebbero scaturire da questi famosi Stati Generali. terzo ed ultimo punto: la creazione di un governo, (non sulla falsarga di quella buffonata del parlamento del nord) che abbia il solo compito di allacciare rapporti con gli stati esteri (meno l’itaglia ovviamente) allo scopo di creare consenso internazionale.

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