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Senza lo Stato si lavora e tutti possono fare soldi

Da leggere

di A. L.

Gli anni del boom economico degli Anni Sessanta? Nessun segreto e non è che fossero tutti dei genî, semplicemente c’era meno stato.

Ma se dovessi dirvi che con dieci euro vi lucido i fari dell’auto a domicilio e Ve li faccio tornare come nuovi, traendo un margine di 9,00 euro, voi ci credereste?
Certo che no! Eppure vi assicuro che se non esistesse lo stato, sarebbe così.

Invece, qualsiasi attività voi vogliate intraprendere, tocca aprire una partita iva, registrarsi alla camera di commercio, richiedere il codice ATECO, informare il comune di inizio attività, versare le varie gabelle, essere in regola con le normative di sto cazzo, richiedere l’autorizzazione per lo smaltimento rifiuti, permessi e autorizzazioni, pagare la tassa sulla pubblicità, versare i contributi, aggiungere l’IVA, pagare le imposte sul reddito, pagare le accise, il commercialista il consulente, sta minchia etc etc….e alla fine lo stesso servizio costerebbe al cliente 120 euro, e voi non ci avreste guadagnato un cappero, probabilmente zero, magari beccandovi pure del ladro.

E se poi vi venisse la cattiva idea di assumere dei dipendenti, sareste morti, falliti e sepolti.

Ecco questo è un ragionamento che ho fatto ieri, da imprenditore incallito che non può fare a meno di capire e guardare il mercato, dopo che ho pulito i fari di una vecchissima Yaris da battaglia.

Come li ho puliti è un segreto, ma ci ho messo tre minuti per ogni fanale, spendendo 50 centesimi.

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1 COMMENT

  1. Applaso con magone per la scoperta dell’acqua calda. Sono tormentato da tanti che vorrebbero farmi istallare l’impianto fotovoltaico in fabbrica. Da sprovveduto idealista lo avevo già fatto. Ogni anno devo stamparmi due pagine di un importante registro e portarle all’Agenzia delle Dogane per la vidimazione. Poi ogni fine mese devo fare la lettura dei contatori ed annotarla sul registro. A fine anno un consulente (pagato) provvede a non so che pratiche. Essere costretto ad andare in fabbrica ogni fine mese, che sia il 31 dicembre o il 31 agosto, mi urta perché non ne capisco il senso.
    Prendo energia elettrica dal sole, parte la uso e parte la vendo all’Enel ai quattro soldi imposti. Nel bilancio aziendale il minor costo energetico diventa un utile che va tassato, evasione non ce ne può essere, e perdipiù i contatori dei quali devo registrare la lettura sono a lettura differita dall’Enel. E allora perché le aziende devono essere vessate? Lo stato non è solo impositore, è anche rompicoglioni.

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