di PAOLO L. BERNARDINI
E’ di oggi 6 maggio la notizia del suicidio di un imprenditore napoletano, schiacciato come infiniti altri dalla disgrazia non tanto del virus, quanto da quella (ben peggiore) del governo che ha gestito la crisi dal virus derivata. I giornali non hanno diffuso il suo nome, aveva 57 anni – la mia età – e non posso che salutarlo con la pietà cristiana che merita.
Ora, il premier Conte ha parlato di “notizia dolorosa”. Forse qualcuno la poteva ritenere una notizia allegra? Che pena. Mai però che per i suicidi degli imprenditori veneti e non solo veneti (centinaia nel corso degli anni) per una stagnazione che va avanti se non dal 2000, almeno dal 2008 – come Maramaldo il virus, ovvero la gestione del medesimo, ha ucciso uno stato morto – si siano usate queste parole. Mai. Che vergogna. Mi guardo allo specchio e mi chiedo quali cabale caldee mi tengano ancora qui. Ma siccome questo suicidio odierno è uno delle centinaia che stanno avendo luogo