di ANTONIO BELMONTESI
Il direttore di Repubblica, sul numero di domenica 7 agosto, scrive un editoriale dal titolo “Più coraggio per l’ambiente”. In esso sostiene che l’opinione pubblica italiana ritiene prioritaria la questione climatica e che quindi la politica se ne deve occupare con urgenza. Sentenzia: “I cambiamenti climatici sono indiscutibilmente fra noi, la discussione scientifica sulla loro origine è ormai conclusa”.
Non voglio entrare qui nel merito della questione climatica, ma solo mettere in risalto la pochezza di individui come Maurizio Molinari e di tanti come lui; una pochezza che ha due fondamentali componenti: l’ignoranza e la malafede.
Non credo che il direttore di Repubblica abbia una formazione scientifica, ma un intellettuale, con buoni studi liceali alle spalle, dovrebbe sapere in che cosa consista il metodo scientifico e capire che previsioni di lungo periodo, benché fatte da uomini di scienza sulla base di modelli matematici (che peral
Solidarizzo con il professor Belmontesi, se non altro perché qui a Roma vivo in un quartiere (denominato Lunghezza) ad alta presenza di popolazione marchigiana; anche se in pochi sono di Fermo. Un’unica considerazione: ritengo che in Italia insegnare sia completamente inutile. Forse anche fuori Italia.
Ottimo articolo sulla questione climatica.
Però non tiene in conto i fenomeni che si susseguono nella nostra galassia. Uno di questi sono i periodici esplosioni nel mantello solare, che, sembra, siano più frequenti negli ultimi 20 anni. Tale esplosioni emettono nello spazio della nostra galassia una quantità enorme di plasma solare incandescente, formata principalmente di Elio. Tale plasma giunge sulla terra sotto forma di potenti onde elettromagnetiche che riscaldano i gas dell’atmosfera. Da cui si può dedurre che il lieve riscaldamento in alcuni anni del 1900-2000 sia dovuto alle suddette esplosioni. Altri fenomeni astronomici potrebbero causare effetti climatici diversi e su diversi latitudine della Terra, come il lieve aumento o riduzione sia della velocità di rotazione intorno al suo asse della terra che intorno al sole. Anche le lievi modifiche dell’inclinazione dell’asse terrestre partecipa alle modifiche del cambiamento climatico. Sui suddetti fenomeni, i modelli matemateci, usati fino ad ora, non ne tengono conto, perché è ancora impossibile misurare i suddetti fenomeni astronomici.