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Tosi e salvini, nulla di nuovo rispetto alla lega di bossi

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tosi e bossidi FABRIZIO DAL COL

Una sola cosa accomuna questi due fenomeni: la sindrome da espulsioni coatte. Salvini ha seguito la strada del leader di partito, ed è diventato segretario federale mantenendo il suo incarico di eurodeputato, mentre Tosi ha avuto una militanza di tutt’altro tenore. I due sono politicamente molto diversi, Tosi ha il precedente di una espulsione di una trentina di militanti in un colpo solo, mentre Salvini ha ereditato dal suo Capo alcuni vizietti, uno su tutti, quello di avere sempre ragione, anche quando ha torto, ed è la ragione per cui Tosi lo ha accusato di mentire ben sapendo di mentire. Dopo aver rivestito il ruolo di consigliere comunale a Milano, Salvini è stato eletto direttamente in Europa, mentre Tosi ha ricoperto prima il ruolo di assessore regionale e dopo quello di Sindaco, ruolo che ricopre ancora oggi.

Insomma, Salvini è il ventriloquo di Bossi, o almeno l’imitatore perfetto del carisma del Senatur, mentre Tosi è un politico amministrativista con una maggiore conoscenza della materia rispetto al segretario federale. In quanto alla scelta sulla svolta politica del segretario federale, contrariamente a ciò che scrivono molti giornalisti, personalmente ritengo che sia stata una scelta obbligata, onde evitare che la Lega sparisse in breve tempo, impantanata da un limitato bilancio. Ecco che, non gli rimaneva che cavalcare una opposizione solitaria e populista  per rastrellare nel più breve tempo possibile il consenso perduto, e quindi allargare anche le possibilità di finanziarie il movimento leghista, per avere le certezze che il suo partito potesse consolidarsi politicamente. Detto ciò, visti gli straordinari risultati fin qui ottenuti, era inevitabile che Salvini provasse la via di candidarsi alle primarie del centrodestra, ed è proprio su questa scelta che è nata la diatriba con Tosi, che già lavorava per lo stesso scopo bossi salvini ultimoimpegnandosi con la sua fondazione, ma anche con il beneplacito, a suo dire, di presunti accordi col vertice, compreso Salvini. Tosi ha un consenso personale mascherato, difficile da decifrare, e non ha dalla sua gli alleati di cui si parla in questi  giorni. Se mai deciderà di candidarsi alle regionali potrebbe comunque ottenere un consenso non di poco conto, ma sarebbe quel tanto che basta, per essere sufficiente a giocarselo in un eventuale ballottaggio tra la Moretti e Zaia. In sostanza, quello che dice Salvini è più una speranza che altro; infatti, sa già che in una tale ipotesi Tosi potrebbe essere colui che decide chi far vincere.

Ma venendo al dunque delle regionali, mai fidarsi degli italiani, che del ‘dividi et impera’ sono maestri, basta guardare al tira e molla per l’alleanza con Forza Italia per averne una conferma, e infatti, un certo riguardo sul dialogo fin qui tenuto da Salvini col Cavaliere, ne è l’evidenza. E’ già scontato oggi che la Lega sarà alleata con Forza Italia per le politiche, altrettanto scontato, è che in caso si dovesse tornare a votare prima del 2018, il centro destra completo non avrebbe nessuna chance di vincere con il centrosinistra. Quindi, la possibilità che Forza Italia risalga la china, dipenderà molto dalla trattativa sulle modifiche della legge elettorale, e quella del voto definitivo sul mantenimento del Senato, dove il rischio che la maggioranza si frantumi è li dietro l’angolo. Insomma, una manovra utile per  tenere sulla corda il governo, continuare a imporsi sul Premier, ed evidenziare i suoi fallimenti per riguadagnare i preziosi consensi prima del voto. In tutto questo bailamme, c’è però il rischio, che tutta la politica rimanga spiazzata dalle decisioni che la troika dovrà prendere sull’Italia a fine marzo. Le riforme fin qui fatte dal governo non hanno visto i tagli che voleva la triade, e anche se Renzi, proprio ieri, ha inviato 8 miliardi di Euro a sostegno del fondo Junker di 300 miliardi, la Merkel non permetterà ulteriori deroghe, e l’Italia si ritroverebbe sulla strada greca. Quindi, tornare al voto anticipatamente, potrebbe divenire la soluzione giusta per prendere tempo, ma anche per formalizzare definitivamente il partito della Nazione, e così facendo, tutti i partitini, Lega e M5S compresi, sarebbero costretti a parteciparvi per il bene del Paese, ma soprattutto per non sparire definitivamente, e lì, i due leader mancati, Salvini e Tosi, potranno dire tutte le cretinate del mondo.

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