di GILBERTO ONETO*
Il meccanismo statale italiano si è dimostrato fin dall’inizio piuttosto scricchiolante: le differenze fra le diverse comunità trattenute al suo interno erano troppo forti per essere amalgamate con tranquillità. La cosiddetta “guerra del brigantaggio” aveva dimostrato quanto fosse difficile, costoso e doloroso imporre a genti così diverse di stare assieme. Oltre a ciò, la perequazione economica che fin da subito è stata imposta ha infastidito le sue vittime principali, le regioni più progredite. Lo Stato non ha perso un solo giorno per inasprire la pressione fiscale a comunità che erano abituate – con gli Stati preunitari – a regimi fiscali assai più blandi, a volte pressoché inesistenti.
Di fronte al pericolo che il crescente disagio sociale ed economico – miscelato con mai sopite pulsioni autonomiste e separatiste - potesse trasformarsi in pericolosi movimenti centrifughi, nel corso dei suoi 150 di esistenza, lo Stato italiano ha messo i
Sono per l’autodeterminazione dei popoli, senza Stato, poi penso ai catalani e ai curdi e ho qualche dubbio.
E’ possibile spuntarla con Stati nazionalisti con tanto di esercito che fanno della prepotenza e della violenza il loro punto di forza?
:-/