di PAOLO L. BERNARDINI
Poiché è da poco passato San Valentino, e noi tutti siamo innamorati della libertà, vorrei dedicare qualche riflessione ad una lezione di libertà – o, quantomeno, di insofferenza alla servitù – in cui molto casualmente mi sono imbattuto nelle mie peregrinazioni all’estremo Nord della Germania.
Ora, la storia delle città libere tedesche si spense con la fine della libertà di Lubecca nel 1937. Amburgo la perse prima, ma molto prima la bella, pittoresca città di Flensburgo, adagiata in un fiordo del Baltico, ad un passo dalla Danimarca. Per quattro secoli i danesi la tennero sotto il loro controllo, da metà Quattrocento a metà Ottocento, facendone un porto cardine, addirittura a lungo il principale, di un impero notevole (quel che ne rimane, sono le isole Faroe, dove molto si parla di indipendenza, peraltro), ma sottoponendola anche alle sorti belliche, non sempre felici, della Corona.
Residui di libertà sopravvivono nei nomi – se non in
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