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Veneto, l’indipendentismo è prigioniero dell’italianismo dei due “matteo”

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RENZI-SALVINIdi FIORENZO PIEROBON

Renzi sa bene che Alessandra Moretti non vincerà mai in Veneto, ma in Veneto ci va per fare campagna elettorale al suo governo e tenta il tutto per tutto nella regione feudo del Centrodestra da anni. Il premier, dunque, ne approfitta per andare all’attacco della Lega, annunciando pro-forma che il a sostegno della sua candidata ci saranno lunedì anche cinque donne del Pd: Federica Mogherini, Maria Elena Boschi, Debora Serracchiani e Marianna Madia. “Diamo una dimostrazione che tutti i luoghi comuni” sulle donne “sono falsi”.

“Sono 20 anni – ha detto il premier – che la Lega dice ‘Roma ladrona’ ma quando sono andati a Roma si sono trovati di un bene… Abbiamo fatto più cose noi in un anno che loro in 20”. Poi, la solita retorica nazionalista: “Per difendere l’Italia in Ue – è andato all’attacco il premier – non si parla male dell’Italia dalla mattina alla sera nelle tv. Chi vuol bene all’Italia prova a cambiare l’Italia, non spara sull’Italia”. E ancora: “Visto che si è dimenticato di essere parlamentare europeo, qualcuno regali a Salvini una felpa con scritto Strasburgo“.

Renzi si cimenta anche in analisi storico-politiche: “Altro che Liga veneta: non esiste più. Comanda Salvini e decide lui. L’ha commissariata”. Renzi ha sottolineato che per 20 anni la Lega ha detto ‘Roma ladrona’: “Quando ci sono arrivati hanno detto come si sta bene qui”.

Prima di andare in Veneto, Renzi ha partecipato alla riunione della segretaria su pensioni e regionali. “La segreteria – ha detto al termine Debora Serracchiani – ha fatto il punto sugli impegni relativi alle elezioni amministrative regionali. Abbiamo fatto il punto sia sui numeri che sulla tenuta del Pd che devo dire è buona ovunque“. 

L’indipendentismo, che alle elezioni è comunque sceso in campo con due liste per dire la sua, insomma, si trova schiacciato fra l’italinismo di Matteo Renzi e quello di Matteo Salvini.

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