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Venezuela, il socialismo ha fatto chiudere anche i “fogolar furlan”

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FOGOLAR-CARACASdi MARIETTO CERNEAZ

Il comunismo uccide anche la tradizione. Lo ha scritto il Messaggero Veneto: “A tornare a casa un mese fa è stata la presidente in carica del Fogolâr furlan di Caracas, che ha chiuso la porta della sede di proprietà dei friulani-venezuelani e non ha idea se e quando potrà riaprirla. Come l’altra sede di proprietà degli emigranti friulani, quella di San Cristobal. Là non si trovavano più le medicine necessarie al marito. Per non dire di tutto il resto che manca”.

Fin dagli Anni Quaranta, i friulani emigranti scelsero il Venezuela come “terra promessa” e, la gran parte di loro, lavorando duro, ha ottenuto successo. E come è accaduto per tante altre comunità, anche i friulani hanno creato, a spese proprie, i loro centri di aggregazione, i “Fogolar furlan” appunto. Ma ora, la crisi sta travolgendo tutto e tutti: la mancanza di cibo, di beni di prima necessità, di sicurezza sono diventati insostenibili e restare a Caracas o a San Cristobal è un’avventura, anzi un calvario.

“Le piccole imprese stanno scomparendo e i figli degli italiani scappano altrove”– “Da quandoHugo Chavez ha preso il potere nel 1999, il Venezuela è cambiato tantissimo; prima era un paese con molte difficoltà, ma comunque prospero, oggi si fanno file di cinque ore per comprare beni di prima necessità”, spiega Mauro Bafile, direttore del quotidiano italo-venezuelano La Voce d’Italia. E anche la comunità italiana ne sta facendo le spese: “Fino a qualche anno fa la piccola industria era fondata in larga parte da imprenditori italo-venezuelani, ma ora queste realtà stanno scomparendo, perché il governo ha un atteggiamento ostile verso la proprietà privata”, racconta. Gli italiani si stanno così organizzando su più fronti: “Chi ha superato i 40 anni cerca di arrangiarsi qua o di aprire un’attività fuori, magari a Panama – sottolinea -, mentre i più giovani stanno ripercorrendo il viaggio dei loro nonni a ritroso, ma non per tornare in Italia”.

Quanto sopra lo ha scritto il “Fatto Quotidiano”, giusto per ricordare che quel che accade in Venezuela non è colpa né del Niño, né del turbocapitalismo, né del neo-liberismo, né del’imperialismo. E’ tutta e solo colpa del socialismo del Terzo Millennio.

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7 COMMENTS

  1. Non mi sembra che sia una questione di socialismo. Sono fallimentari o destinati al fallimento tutti quegli stati che fino ad ora sono campati su un rapporto enormemente favorevole tra popolazione e risorse, vedi l’Argentina fino a tutti gli anni ’50 oppure le monarchie del Golfo Persico, che quando sarà finito il petrolio non si sa che fine faranno. La prima ha attraversato tutti i regimi possibili tranne il socialismo, le seconde sono stati feudali arretrate di secoli se giudicate con i parametri politico e giuridici occidentali. Quello che fa la differenza secondo me è la presenza o meno di un ceto medio (o borghesia o chiamatelo come volete) con l’attitudine a produrre beni e servizi vendibili in regime di mercato concorrenziale. La controprova ne è per esempio la Repubblica Ceca, stato privo di risorse naturali, che quando era sotto il Patto di Varsavia soffriva di tutte le penurie e disfunzioni dei paesi soggetti al socialismo di stato, mentre dopo il 1989 si è “ricordata” della sua grande tradizione industriale e magari con qualche aiutino tedesco è tornata ad essere un paese mitteleuropeo relativamente prospero. Dove tra l’altro lo stato funziona, inteso come burocrazia e magistratura, e senza rinunciare al mix welfare + diritti civili tipicamente europeo. Tutto il resto, dalle grida contro la stampa di moneta keynesiana e contro gli attentati alla proprietà privata da parte dello Stato Ladro all’entusiasmo per gli indipendentismi molto stile S.Marino o Montecarlo, mi sembra in buona parte chiacchiere, per di più influenzate dalla peggiore destra del partito repubblicano americano.

      • Chissà come mai i cosiddetti libertarians, nonostante le loro premesse e i loro statuti, quando parlano di libertà pensano quasi sempre solo a quella economica, quasi mai a quella di autodeterminazione della persona in senso lato. Ah no, dimenticavo, tranne quando si parla del diritto di possedere armi.

        • Perchè se tu avessi studiato, sapresti che non esiste libertà politica senza libertà economica, partendo dal presupposto che l’Economia è Azione umana.

          • Piccolo O.T. quanto all’avere studiato: in un altro pezzo di Miglioverde su Pino Aprile dici: “….Sostituissero il parmigliano con il pecorino se volessero…”. Si tratta di un meridionalismo, appunto. L’italiano corretto è: “Sostituiscano il …… se vogliono”. Detto questo, non esiste libertà economica senza libertà politica e soprattutto senza un controllo pubblico a che la libertà economica e non degli uni non violi quella degli altri. Poi si può discutere dell’uovo e della gallina quanto si vuole.

  2. il socialismo non e’ mai riuscito e mai riuscira’ a risolvere i problemi della scarsita’ dei beni.

    cito Mises : il socialismo non e’ un sistema economico alternativo ma un programma per il consumo.

    I venezuelani hanno ormai consumato quasi tutto, e il socialismo non riesce a produrre niente.

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