di MATTEO CORSINI
Quando fu ministro delle Finanze, inventò, tra le altre cose, l'Irap e la tassazione su risultati finanziari maturati e non realizzati (un po' più di nicchia fu l'equalizzatore per i rendimenti dei titoli zero coupon). Da quando non svolge più il ruolo di tassatore capo, Vincenzo Visco non ha comunque rinunciato a commentare le vicende fiscali italiane, solitamente vedendo evasione ovunque e lanciando anatemi contro qualunque provvedimento che non sia in linea con il suo principio di tassare anche l'aria.
Non da oggi, secondo Visco tutti coloro che non sono soggetti a prelievo alla fonte da parte di sostutiti d'imposta (sostanzialmente lavoratori dipendenti e pensionati) sono evasori incalliti. E nonostante molti "crediti" del fisco nei confronti di individui e imprese siano di fatto inesigibili, il suo approccio è sempre contrario a qualsiasi provvedimento "deflattivo".
Visco contesta anche i risultati di recupero di gettito dalla cosiddetta lotta all'evas
Magari i soldi basterebbero e avanzerebbero pure, evitando ruberie e sprechi in cose del tipo: strade che finiscono nel nulla, opere pubbliche completate e mai entrate in funzione, banchi a rotelle acquistati e subito rottamati… (elenco lunghetto).