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Il problema non è solo la ricarica (non) veloce

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di MATTEO CORSINI

David Fickling, un membro della pattuglia ecotalebana di Bloomberg, commenta sconsolato le ultime notizie dal mondo delle auto elettriche, tra domanda in calo e case produttrici che stanno sanguinosamente rivedendo le proprie (avventate) velleità degli anni scorsi in merito alla elettrificazione totale del loro catalogo entro la fine del decennio.

Fickling ritiene che con un mix di aiuti statali e altri servizi si possa risolvere uno dei problemi, ossia i grandi investimenti e gli scarsi ricavi associati alle stazioni di ricarica. E qui fa subito un paragone con la diffusione delle stazioni di servizio nei primi decenni di diffusione delle automobili. Siccome la sola vendita di carburanti non è mai stato un business redditizio, è stato storicamente accompagnato da altri servizi, oltre che sovvenzionato dalle compagnie petrolifere. E qui c’è una grande differenza: se paga lo Stato, i soldi arrivano dalle tasse; se pagano le compagnie, i soldi arrivano dai loro azionisti o finanziatori.

A parte questo non irrilevante dettaglio, il problema non è solo la scarsa diffusione delle stazioni di ricarica. Se anche ce ne fosse una ogni chilometro, resterebbero tutte le altre questioni: dal prezzo delle EV, alla bassa autonomia e al tempo di ricarica. Con un approccio degno della neolingua orwelliana, viene definita “ricarica veloce” quella che porta la batteria all’80% in 20-25 minuti, ossia circa 10 volte il tempo necessario per riempire un serbatoio di benzina o gasolio e almeno 5 volte il tempo necessario per un pieno di GPL o metano.

Fickling racconta che i sistemi di ricarica più veloci, che fanno una carica completa in un’ora, richiedno comunque un investimento iniziale nell’ordine di 700mila dollari da parte, peraltro con qualche problema di surriscaldamento. Il tutto senza avere una vaga idea di quando e, soprattutto, se, questi tempi saranno ridotti.

Quindi è vero che “il mondo in passato ha risolto il problema delle stazioni di rifornimento in passato”, ma di questo passo non è stimabile quando risolverà il problema delle ricariche per le EV. Che, però, è solo uno dei problemi. Di certo non è il caso di risolverlo con i soldi dei pagatori di tasse.

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1 COMMENT

  1. Mi permetto solo una puntualizzazione sulla chiusura: “non è il caso di risolverlo”, il problema delle ricariche, è un’affermazione ottimista, perché non c’è alcuna certezza della futura risoluzione! Quindi questi sconsiderati delinquenti possono tuttalpiù mirare ad affrontarlo, il problema; non risolverlo. Motivo per cui, per inciso, gli eventuali investitori privati sarebbero più prudenti se decidessero di intervenire.
    Va da sé che il Flickling potrebbe cavalcare questa banale osservazione per suggerire di “favorire” gli investimenti privati con bonus, sgravi e altre simili amenità; me è evidente che sarebbe solo un modo per rimbalzare gli oneri sui contribuenti.

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