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Dopo il referendum scozzese anche le nazioni celtiche scalpitano

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di REDAZIONE Il referendum per l'indipendenza scozzese del 18 settembre ha cambiato in maniera profonda il Regno Unito. Benché sia stato il fronte del No a vincere, il risultato è destinato ad avere effetti sismici non solo in Scozia, ma in tutto il paese. Nei fatti, il voto contro l’indipendenza significa che l’Unione inaugurata 307 anni fa sopravvive: il regno che si temeva andasse in pezzi è stato ri-unito. Eppure il risultato ha aperto, più che risolto, questioni cruciali sul futuro del paese. Nelle ultime settimane di campagna, in un quasi disperato tentativo di arrestare l’ascesa del fronte pro indipendenza, i tre partiti principali (conservatori, laburisti e liberaldemocratici), uniti nel gruppo Better Together, avevano promesso che, in caso di vittoria del No, sarebbero stati concessi ulteriori poteri al parlamento di Edimburgo. La cosiddetta Devolution-max dovrà dunque essere implementata in tempi piuttosto brevi, anche se non è ancora ben chiaro come e in
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