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Per ottenere l’indipendenza il voto non è poi così importante

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di ALESSANDRO MORANDINI C’è chi pensa che parteggiando per la libertà dei popoli ed il loro diritto all’autodeterminazione ci si trovi di fronte, alla fine, ad un unico problema: quale partito votare tra i tanti che promettono l’indipendenza. Quella del voto, anche se sembra l’unica opportunità, è invece la scelta meno importante. Errori nella definizione delle opportunità La definizione delle opportunità dipende, com’è noto, dalle credenze, che possono essere più o meno vere, più o meno razionali. Qui da noi si è sviluppata, nel corso dei decenni, una notevole esperienza in fatto di partiti politici, indipendenza e stato italiano: siamo tutti nella condizione di rilevare quanto sia imprevidente affidare le proprie speranze di indipendenza a questo o quest’altro partito politico. Ma non sempre l’accesso alle informazioni consente alle persone di fare esperienza, maturare credenze razionali e, con ciò, riconoscere vere opportunità: tutti gli individui
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3 COMMENTS

  1. Analisi molto lucida e veritiera delle dinamiche di partito, ma ritengo che il passaggio magistrale dell’articolo stia nell’aver indicato come l’accettazione delle regole dello stato che afferma la sovranità del popolo che si vuole annullare. Non è un caso che questa condizione fornisca un’utile abili a certi presunti indipendentisti che spesso ripetono “la secessione non si può fare perchè la costituzione non lo permette”. Risposta di un bergamasco schietto: “me ‘l séra po’ a prima!”

  2. Credo che sia totalmente inutile pensare al voto per l’indipendenza. Mi spiego con un esempio: supponiamo che la Chiesa valdese decida di votare se restare tra le chiese protestanti oppure aderire al Cattolicesimo. Mi pare evidente che al voto potrebbero partecipare solo i valdesi, se il voto fosse aperto a tutti i cattolici quale valore avrebbe per i valdesi? Non rappresenterebbe la loro volontà.
    Analogamente se si deve votare per l’indipendenza della Padania non ha senso far votare anche chi non è padano, i coloni e gli immigrati italiani residenti in Padania, loro sono solo ospiti, imposti e non graditi. Come far votare solo i padani? Ovviamente la cosa implica lo ius sanguinis e non lo ius soli, altrimenti tanto vale far votare gli occupanti che ovviamente non hanno alcun interesse a far cessare l’occupazione.
    Ma come far votare solo con lo ius sanguinis? La cosa presupporrebbe la nazionalità padana, avere accesso agli archivi anagrafici e concessa dallo Stato occupante, l’Italia, sappiamo bene che non avverrà mai.
    Allora occorrerebbe una notevole organizzazione, trovare uno Stato che appoggi la nostra indipendenza e sia disposto a stampare per noi passaporti. A quel punto la nazionalità padana si potrebbe avere per domanda, facendo ben presente che occorre per il voto ed organizzando un ufficio anagrafe telematico che accolga, valuti ed inoltri le richieste per la stampa del passaporto.
    Ma se saranno in pochi a richiederlo, per timori di ritorsioni da parte dell’occupante, per scarsa o distorta informazione, la cosa rischia di essere controproducente.
    Credo che l’unica via sia avere un governo provvisorio che annunci l’indipendenza e richieda il riconoscimento internazionale, ovvio che occorre prima muoversi in sordina, contattando alcuni governi e sentendo cosa ne pensino.
    Con il riconoscimento internazionale da parte di alcuni paesi ed il boicottaggio del governo italiano, niente più tasse, la cosa sia fattibile. Mi pare che a questo punto si possa solo sperare in nuove elezioni in Piemonte per le firme false, avere di nuovo un Presidente della Lega insieme a quelli di Lombardia e Veneto e Liguria (che non è leghista ma è controllato dalla Lega) e sperare che la Lega ritorni ai vecchi piani.

    • i “coloni” posso essere assimilati, inoltre possono essere allettati, perchè c’è quello che vive di stato e non sarà mai dei nostri, ma c’è quello che non vive di stato e che potrebbe trovare interessante anche lui avere a disposizione 5.500/6.000 euro in più all’anno come ogni altro residente in Lombardia.

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