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Dai savoia a napoleone, il genocidio dei contadini piemontesi

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di REDAZIONE* A Pinerolo (Torino), sabato 11 marzo, presso l’Hotel Regina, è stato presentato il saggio di Giorgio Enrico Cavallo “La tirannia della libertà - Il Piemonte dai Savoia a Napoleone” (Chiaramonte Editore, 2016) che riguarda l’epoca rivoluzionaria in Piemonte, quando i francesi invasori perpetrarono, in nome della libertà, massacri vergognosi e i nostri antenati espressero tutta la delusione nei confronti di questi “liberatori” soltanto a parole con il detto: Liberté, egalité, fraternité: ij fransèis an caròssa, e noi a pè… Nel corso dell’incontro, presieduto da Roberto Chiaramonte, direttore del periodico “L’Araldo del Piemonte e della Valle d’Aosta”, lo storico Roberto Gremmo ha parlato degli eccidi di Piscina e di Carmagnola nel 1799, pagine dimenticate della storia piemontese, da lui definite come “piccole Vandee” piemontesi. Il documentato e appassionato intervento di Gremmo può essere così sintetizzato. L’invasione fra
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1 COMMENT

  1. “Il giorno della liberazione del Piemonte (da Napoleone) ” anno 1814 –
    Clemente Solaro della Margarita poco più che ventenne ricorda cosa successe in Piemonte in quei 3 lustri di dominazione francese . Molto interessante.
    https://play.google.com/books/reader?id=dKW-1CykrJsC&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA1
    Speriamo che in un prossimo futuro tutta la Padania possa generare una letteratura simile ricordando gli anni bui della dominazione Italo-Romana.

    (…..) Ma fissiamoci sul quadro delle nostre calamità; li prodotti del nostro suolo non servivano più che a soddisfare le enormi imposizioni, il nostro oro succhiato dagli esattori passava li monti per impinguare li tesori dei stranieri, questi erano venuti privi di tutto, senza beni, come senza riputazione; a taluni dal sago sdrucito compariva il cuoio delle lor membra servili, ma in poco tempo li vidimo sfoggiare come gran signori, resi ricchi con quello che tolsero alla nostra patria, coperti delle nostre spoglie si dimenticarono la lor passata povertà, e non pensarono che a sempre più predare il Piemonte, e tutte le altre parti d’Italia affidate alla paterna, e liberale loro amministrazione.

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