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Ci manca solo di cartolarizzare i debiti pubblici

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di MATTEO CORSINI Da quando c’è stata la crisi dei debiti pubblici di alcuni Paesi dell’Area euro (Italia inclusa), appaiono periodicamente proposte di soluzioni più o meno miracolose per alleviare il problema del sovraindebitamento e del legame vizioso tra debito pubblico e bilanci delle banche. Mentre le proposte di mutualizzazione più o meno esplicite sono rimandate immediatamente al mittente da chi dovrebbe pagare il conto al posto di altri, quelle che si basano su una qualche forma di ingegneria finanziaria, pur non avendo finora avuto successo, sono meno osteggiate. Tra queste l’idea di cartolarizzare una parte dei debiti pubblici. Un veicolo europeo acquisterebbe titoli di Stato dei Paesi dell’Area euro in proporzione alle quote di partecipazione al capitale della BCE, come già avviene con il quantitative easing. Successivamente quei titoli fungerebbero da collaterale per una cartolarizzazione nella quale la tranche senior sarebbe destinata alle banche, mentre
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3 COMMENTS

  1. Da tempo sostengo che non esista un debito pubblico. Se esistesse oggi saremmo tutti più ricchi, con infrastrutture da invidia, il miglior sistema scolastico ed i migliori studenti, all’avanguardia nella ricerca. Non esistendo tutto ciò è evidente che i nostri soldi non sono stati spesi per noi ma per il benessere di qualcun altro, lussi, privilegi, sprechi, errori, voto di scambio, assunzioni statali, falsi invalidi, forestali duosiciliani, ecc in breve per il benessere di politici e ministri. Ebbene, se i debiti sono nati a loro uso e consumo è indubbio che l’onere di ripagarli tocchi a loro e solo a loro ed immagino che con tutto quello che hanno rubato in questi decenni ce ne sia a sufficienza per ripagare due debiti pubblici….In ogni caso pagheranno loro e se i soldi non bastano vorrà dire che le banche che stupidamente hanno investito in titoli tossici (titoli di Stato italiani) falliranno, i dirigenti andranno in galera, le banche verranno nazionalizzate, ottimizzate, torneranno a fare le casse di risparmio (investendo nel territorio i soldi dei correntisti sostenendo l’economia) e smetteranno di fare la banche d’investimento per poi essere nuovamente privatizzate.

  2. Resta da vedere cosa faranno (o meglio cosa riusciranno a fare) Merkel & Scholz – in ossequio all'”amico’ Macron – per “rilanciare” (cioè salvare) l’euro. Un primo “stop” sembra essere arrivato a Berlino da una dichiarazione congiunta di 8 Stati del Nord (di cui 6 di area euro). Poi si vedrà chi prenderà il posto di Draghi a Francoforte. Weidmann? Molti – nella parte euro-critica della Germania (AfD, FPD, frange di CDU & CSU) – sono preoccupati dall’intenzione di Scholz & Merkel di coprire le spalle a Macron: avanti con Unione bancaria, debito (e bilancio) comune europeo (cioè: unione di trasferimento stile Italia – Nord che paga, Sud che spende) e via andare. Immagino che la partita si giocherà su quel tavolo…

  3. La gente si scanna politicamente per questa o quella linea di politica economica ciechi del fatto che i giochi che contano sui loro risparmi e sullo sviluppo si pregiudicano in tutt’altra sede. Sede tutt’altro che democratica.
    La democrazia è diventato un gioco tutt’altro che innocuo per bambini scemi.

    Cartolarizzano ciò che è stato acquistato attraverso la cartolarizzazione di attivi tossici e
    dato in retrogaranzia alla BCE per non far fallire banche e stati.
    Ciò per non far rifallire banche e stati.

    Mecojoni! ….Diamo loro il nobel in aritmetica.
    Scusate l’esclamazione accademica.

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