di GUGLIELMO PIOMBINI
Autori come Schumpeter, Mises, Hayek, Nozick e Hollander hanno affrontato un enigma che rimane ancora misterioso: come si spiega la diffusissima avversione della classe intellettuale per il capitalismo, malgrado tutti i suoi immensi successi, e la sua attrazione inestirpabile per il socialismo, malgrado i suoi continui fallimenti? Eppure, almeno in teoria, la classe intellettuale dovrebbe avere un'attitudine critica, e accettare il responso della realtà anche quando non collima con la propria fede ideologica.
Secondo Nozick il disprezzo degli intellettuali per il capitalismo nasce sui banchi di scuola, dove la bravura intellettuale viene premiata con lodi e bei voti. Quando i ragazzi “brillanti” arrivano al diploma, gli è stato inculcato un senso di maggior valore rispetto ai loro coetanei meno dotati intellettualmente, il che li porta ad aspettarsi che la società in generale operi secondo le stesse norme. Quando si rendono conto che l’economia di
Non penso che Giorgio Gaber avesse letto Nozick: eppure con un po’ di buon senso aveva colto in pieno la ridicola frustrazione degli intellettualoidi di sinistra che si ritenevano non abbastanza apprezzati in una società capitalista.
concordo
Condivido pienamente la tesi. Leggerò il libro!
Consigliatissimo, professore!