di EUGENIO CAPOZZI
La storia a volte è davvero bizzarra nelle sue contorsioni. Durante la guerra fredda quasi mezza Italia stava dalla parte del nostro nemico, l'impero comunista con sede a Mosca, e si batteva contro i nostri alleati - gli Stati Uniti e la Nato - accusandoli di imperialismo. Questi oppositori avevano pieno diritto di parola, e anzi gran parte del mondo culturale esprimeva le loro stesse idee.
Al contrario dichiararsi filo-americani, atlantisti, anticomunisti significava esporsi ad ogni aggressione, essere accusati di golpismo, rischiare l'emarginazione politica, accademica, intellettuale. Come impararono a loro spese Ignazio Silone, Nicola Chiaromonte, Randolfo Pacciardi, Edgardo Sogno, Giuseppe Maranini e altri temerari.
Anche dopo la fine della guerra fredda e fino a pochi anni fa quasi tutta la sinistra italiana, e una parte della destra, addebitavano tutti i mali del mondo all'imperialismo statunitense e occidentale. Ogni guerra condotta o sostenuta dagli