di MATTEO CORSINI
Nella interminabile vicenda di Alitalia, mi sono fatto l’idea che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli stia facendo di tutto per sembrare perfino peggio del suo predecessore Giggino Di Maio. Dopo la nomina da parte del governo di un nuovo commissario e un ulteriore calcio avanti del barattolo di sei mesi, oltre al nuovo prestito ponte (che mai verrà restituito, al pari dei precedenti) di 400 milioni, Patuanelli ha affermato:
“Alitalia rimane una risorsa e un asset importante per il nostro Paese, se non fossi convinto che ci sono ottime possibilità di rilanciarla ne avrei preso atto”. Aggiungendo poi che “un grande paese come il nostro può e deve avere una compagnia aerea di bandiera finalmente risanata”.
Purtroppo i fatti raccontano una realtà diversa. Alitalia è probabilmente un asset per chi da decenni usa i soldi altrui per mantenerla in vita, ma per il Paese è una liability, ossia una passività. E anche per il mercato
Alitalia è solo un esempio del modo con cui il governo persegue il “pubblico interesse”:Siamo alle solite.