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Bosnia, minacce ai serbi. chiedono un referendum per secedere

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serbia_bosniadi FRANCO POSSENTI

C’è un pezzetto di area balcanica che la pace vera non l’ha mai trovata. E’ quel pezzo di Bosnia che è a maggioranza serba, la quale si è detta intenzionata a fare un referendum per tornare ad essere parte della Republika Srpska (Rs, è l’entità a maggioranza serba di Bosnia). E cosa è che ha fatto scattare l’allarme, se così lo si può chiamare?

Una non meglio identificata pagina Facebook denominata ‘Bosgnacchi’ (bosniaci musulmani) ha pubblicato, il 23 luglio, la mappa di un piano d’azione che ha per obiettivo l’abolizione manu militari della Rs e il ripristino della Costituzione precedente all’accordo di pace di Dayton (novembre 1995), nel caso il presidente della Rs, Milorad Dodik, dovesse indire veramente, come spesso annunciato, un referendum sulla secessione dell’entità da Sarajevo e il ritorno alle origini di Banja Luka.

Si legge sulla pagina Facebook: “Basterebbero alcuni giovani coraggiosi per far saltare in aria tutti i ponti verso la Serbia; si dovrebbe inoltre, tagliare il corridoio presso Brcko, nel nord della Bosnia, che collega la parte occidentale e quella orientale della Rs, e, con un’operazione militare nella parte dove si incrociano i confini di Bosnia, Montenegro e Serbia, dividere l’Erzegovina orientale dall’est della Bosnia”.

E’ da prendere sul serio questa minaccia, oppure è semplicemente l’azione di una minoranza estremista? Secondo Dzevad Galijasevic, definito esperto di terrorismo, la cosa deve essere presa seriamente perché questi piani esistono fin dalla fine della guerra (1992-95), e questo è solo una prova in più che Sarajevo non ha mai accettato l’accordo di Dayton né ha rinunciato all’abolizione della Rs e dell’integrazione della Bosnia. Secondo Sakib Softic, docente all’Università di Sarajevo, invece, “in ogni etnia esistono gruppi di estremisti ai quali la pace non conviene e solo in guerra riescono a realizzare i propri piani. Non farei molto caso – ha detto il professore – a quello che pensano gruppi di estremisti. E’ molto più importante ciò che pensano coloro che prendono decisioni politiche e la stragrande maggioranza della popolazione”.

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