di MATTEO CORSINI
L’Italia progressista ha da qualche giorno un nuovo punto di riferimento: la “Capitana” Carola Rackete, che ha avuto il merito, agli occhi dei suoi ammiratori, di infrangere il divieto di attraccare a Lampedusa con una nave di una ONG con 42 migranti a bordo, oltre a una manciata di parlamentari “de sinistra” saliti a favore di telecamere per dare sostegno alla causa. Ora, avrebbe persino denunciato il ministro dell'Interno.
Intervistata, qualche giorno fa, con il (prevedibile) tappeto rosso da Repubblica da una località segreta nella quale si trova a seguito della scarcerazione (lampo, per la verità), tra le tante domande per nulla ostiche, a Rackete è chiesto di dire chi è “davvero”. Ecco la risposta:
“Sono un'ambientalista convinta, atea e cittadina europea. Giro il mondo da quando ho 23 anni. Non mi sento particolarmente tedesca, sto in Germania appena un mese all'anno. Siamo cresciuti con l'idea dell'Unione Europea, e troppo spesso ci