di GIOVANNI BIRINDELLI
Alla lunga lista di persone perseguite legalmente dallo stato per aver espresso il proprio pensiero è stato aggiunto di recente Lucio Chiavegato, il quale è stato rinviato a giudizio a Roma per aver «offeso la reputazione di Equitalia»[1].
È sempre utile ricordare che perfino negli Stati Uniti il reato di diffamazione dello stato, di sue agenzie o di ‘pubblici ufficiali’ non esiste[2]. E la ragione per cui non esiste è che è stato riconosciuto che se esistesse ciò costituirebbe una violazione del Primo Emendamento, cioè della libertà di espressione[3]. (In Italia, invece, non solo il reato di diffamazione dello stato, delle sue agenzie e dei suoi ‘pubblici ufficiali’ esiste, ma addirittura si parla in questi giorni di inasprire la pena di chi diffama un politico o un magistrato rispetto a quella di chi diffama un privato[4]).
Al di là dell’esistenza o meno del reato di diffamazione nei diversi paesi e in relazione alle diverse tipolo
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