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Dopo 30 anni, i serbi di Bosnia insistono: vogliamo la secessione

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di REDAZIONE

Una cerimonia che in molti considerano una provocazione gratuita, in più in un momento di crisi politica per la Bosnia. Una parata militare si è tenuta questa domenica a Banja Luka, capoluogo della Republika Srpska, la regione bosniaca a maggioranza serba che ambisce all’indipendenza.

La cerimonia marca il trentesimo anniversario della fondazione della stessa repubblica: di fatto un atto di secessione che innescò lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia.

Milorad Dodik, membro serbo della presidenza tripartita della Bosnia, nell’ambito delle celebrazioni ha detto che “Ogni movimento nazionale, e anche il nostro, ha un unico obiettivo, che è quello di costruire uno Stato popolare, vale a dire il proprio Stato. Il dubbio che sia possibile non dovrebbe mai sfiorare le menti di noi serbi e di altri popoli che vivono nella Republika Srpska. Perché è possibile”.

La parata si è tenuta nonostante un divieto risalente al 2015. La festa è stata vietata nel 2015 dal tribunale bosniaco, che ha stabilito che la data, che cade in una festa religiosa serba cristiano-ortodossa, discrimina gli altri gruppi etici del Paese come i bosniaci musulmani.

Dopo la guerra, in base ai termini dell’accordo di pace di Dayton mediato dagli Stati Uniti, la Bosnia fu divisa in due entità di governo semi-autonome: la Republika Srpska e una dominata da bosniaci e croati. Durante la guerra che uccise 100.000 persone e trasformò metà della popolazione del Paese in profughi, bosgnacchi e croati furono perseguitati e quasi completamente espulsi dalla metà della Bosnia ora amministrata dai serbi.

Dodik vuole ritirare i serbi dalle istituzioni bosniache. Il leader politico serbo Dodik da mesi briga per ritirare i serbi dalle principali istituzioni del Paese, tra cui l’esercito, la magistratura e il sistema fiscale, creando crescenti tensioni in Bosnia Erzegovina. Gli Stati Uniti hanno risposto a tali propositi con le sanzioni, accusano Dodik di minare gli storici accordi di pace di Dayton che posero fine ai combattimenti nel 1995.

 

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