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Due storie di ordinaria follia statale

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di MATTEO CORSINI

La quantità di assurdità che può dover affrontare chi si trova ad avere a che fare con lo Stato sembra essere senza limiti. Un paio di casi sui quali mi è capitato di imbattermi sfogliando i giornali di recente.

Il primo riguarda il codice della strada, che vieta di applicare per conto terzi a titolo oneroso pellicole pubblicitarie sulle carrozzerie delle automobili, con tanto di sanzione pari a 430 euro per i trasgressori. Di fatto si vuole impedire che un automobilista, in cambio di denaro con cui ridurre o azzerare i costi dell’auto, faccia pubblicità per conto di soggetti terzi. Pare che questa disposizione, che risale al 1992, sia stata ridicolmente giustificata con l’intenzione di ridurre le distrazioni degli automobilisti alla guida.

Sta di fatto che il divieto è previsto solo per la pubblicità a favore di terzi a titolo oneroso, mentre in conto proprio non vi sarebbe alcuna limitazione. Lo spirito profondamente ostile al diritto di proprietà che pervade gran parte della legislazione italiana qui trova una delle sue espressioni più emblematiche e grottesche.

E ben venga che, dopo 30 anni e diverse dispute, il Tribunale di Roma, accogliendo la richiesta di una società privata, abbia sollevato la questione di legittimità costituzionale su questo divieto demenziale. Non mi stupirei, peraltro, se la Corte costituzionale sancisse che non c’è nulla di incostituzionale.

Il secondo caso riguarda le persone imputate in processi penali e assolte con formula piena. La legge di Bilancio ha previsto che per gli imputati assolti con sentenza divenuta irrevocabile a partire dal’inizio del 2021 (perché il fatto non sussiste, non è stato commesso, o non costituisce reato) sia previsto il rimborso delle spese legali fino a un massimo di 10.500 euro. Cifra non certo elevata, peraltro.

Ebbene, nel mare di miliardi di spesa stanziati (si pensi ai 3 miliardi per Alitalia), la dote per questi risarcimenti ammonta a 8 milioni. Di conseguenza, essendo già circa 125.000 le richieste presentate, la cifra media ottenibile sarebbe di 64 miseri euro.

Ora, già è assurdo che siano i pagatori di tasse a dover risarcire queste persone e non coloro che li hanno erroneamente perseguiti penalmente. Ma ancora più assurdo è che ci sia una così netta sproporzione tra le somme stanziate e le richieste inoltrate, il che fornisce ulteriori elementi sullo stato di degrado della giustizia italiana.

Ma come si fa a continuare a bere le formule “lo Stato siamo noi” di fronte a queste cose?

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