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Elezioni amministrative a trieste: il voto indipendentista esiste

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trieste4di TOMASO INVERNIZZI

 

A circa una settimana dal voto amministrativo in alcune delle più grandi città italiane, possiamo riflettere a mente fredda su alcuni risultati elettorali che potrebbero interessare coloro che sostengono le istanze indipendentiste dovunque esse provengano. A Trieste è presente da tempo ormai un movimento indipendentista, che per altro si aggancia anche a questioni di diritto internazionale per sostenere l’illeggittimità del governo italiano richiamandosi alla realtà del Territorio Libero di Trieste (1945-1954).

Se il grande anarchico americano Lysander Spooner diceva che la costituzione al massimo può vincolare chi l’ha sottoscritta e Thomas Jefferson, padre fondatore degli Stati Uniti, diceva che la costituzione andrebbe rinnovata ad ogni generazione, non è trascurabile ricordare che i triestini non votarono né il referendum del 1946, né per l’assemblea costituente, né alle elezioni del 1948, né a quelle del 1953, in quanto sotto il governo militare alleato fino al 1954. Ad ogni modo, al di là della questione storico-giuridica, sono molteplici oggi i motivi per sostenere l’indipendentismo, soprattutto se ci si pone dal punto di vista del liberalismo. Si veda a questo proposito la pubblicazione di Carlo Lottieri e Nicola Iannello “Secessione” a cura di La Scuola. Dalla maggior vicinanza dei governanti agli elettori, il minor rischio di scelte protezioniste, il circolo virtuoso che si realizza grazie alla concorrenza istituzionale tra più paesi vicini (si pensi all’ottimo modello della confederazione svizzera), la maggiore capacità di incidenza dell’individuo sulle azioni pubbliche e quindi la maggiore libertà…

Per tornare alla città giuliana e ai risultati elettorali, c’è da dire che il movimento indipendentista, in seguito a conflitti interni e litigiosità, si è presentato il 5 giugno diviso in 3 liste: il Fronte per l’indipendenza del Territorio libero di Trieste, Uniti per Trieste, e la Lista civica Vito Potenza. A queste liste bisognerebbe aggiungere il numero non così esiguo, ma difficile da quantificare a meno di avere accesso a tutti i verbali dei seggi, di individui che a Trieste si recano al seggio ma rifiutano la scheda chiedendo di verbalizzare agli scrutatori la loro non partecipazione al voto, in quanto non riconoscono la leggittimità delle elezioni imposte dallo stato italiano. Per quanto riguarda il totale delle tre liste indipendentiste il numero assoluto di voti si è attestato a 2905 su 74929 voti validi, ossia il 3,877%. Un numero esiguo, ma significativo se si pensa che la divisione in tre liste non ha sicuramente aiutato come è ben noto, che alcuni elettori possono aver preferito un presunto “voto utile”, nonché la realtà degli indipendentisti non votanti. Altre liste ben più “scafate”, quali Fratelli d’Italia, i Verdi, Sinistra ecologia e libertà, hanno ottenuto rispettivamente 4,33%, 3,08% e 2,41%.

Insomma, sembra presente a Trieste una componente di elettori indipendentisti non risibile, non trascurabile, potenzialmente in crescita. Il discorso indipendentista non è morto né in Scozia, né in Catalogna (dove anzi sta procedendo anche se con qualche difficoltà), né in Veneto, ma, seppur presente in misura molto pù limitata, nemmeno a Trieste. I governi delle repubbliche “une e indivisibili” farebbero bene a iniziare a tenerne conto.

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4 COMMENTS

  1. gli indipendentisti che consegnano una dichiarazione di non voto in quanto non riconoscono la validità delle elezioni dello stato italiano sono citati nell’articolo

  2. La vostra chiave di lettura è errata, quei cosiddetti movimenti “indipendentisti” non hanno capito nulla e sono stati giustamente puniti dagli elettori favorevoli alla legalità, cioè al TLT, tuttora esistente e fuori dai confini nei quali l’Italia ha la sovranità. Per questo non siamo indipendentisti, perché non dobbiamo staccarci da nulla, il nostro Stato esiste già, previsto da leggi internazionali che fanno parte delle leggi in vigore e riconosciute dall’Italia. Il Movimento Trieste Libera è l’unico che si muovo in tal senso, in senso legalitario, ed ha propugnato con successo l’astensione alle elezioni organizzate dalle autorità italiane per il Comune di Trieste, raccogliendo anche centinaia di “non voti” ovvero l’elettore che si reca al seggio, consegna una dichiarazione motivata di non voto, rifiutando la scheda elettorale. Inoltre Trieste non è “giuliana”, la cosiddetta “Venezia Giulia” è una regione inesistente, inventata da chi voleva conquistarci quando eravamo felicemente parte dell’Impero Austriaco e non chiedevamo di certo a nessuno di essere “liberati”. Trieste è una città che col suo territorio circostante non fa parte di nessuna regione, è essa stessa una regione (ed anche uno Stato) e questa si colloca e fa da congiunzione tra il Friuli e l’Istria, con alle spalle la Carniola, regione che costituisce metà del territorio della Slovenia.

  3. Si è volutamente dimenticato del Movimento legalitario Trieste Libera che non ha nulla a che fare con gli indipendentisti. Richiede il rispetto delle leggi in essere compreso queste elezioni con il sua azione di NON VOTO ATTIVO anche per i ballottaggio. Seguirà la richiesta di annullare dette elezioni e di commissariamento dei comuni di Trieste e Muggia con la richiesta di indire le corrette elezioni del Territorio Libero di Trieste come da trattato di pace del 1947, art 21. Visto il suo status di stato in amministrazione civile provvisoria da parte del Governo italiano (Memorandum di Londra 1954)

  4. A Trieste non ci sono indipendentisti, ma ci sono cittadini di uno stato creato dall’ONU nel 1947 il TLT/FTT.
    Il problema è un altro, i triestini sono stati falsamente ed abusivamente italianizzati da uno stato che non ha la sovranità su Trieste.
    Quindi non possiamo votare per un altro stato e con le regole di un altro stato.
    L’italia o meglio il governo italiano ha solo l’amministrazione fiduciaria su Trieste.
    Ricordo inoltre che chi ha praticato il non voto e il non voto attivo, non riconoscendo la sovranità italiana su Trieste si è attestato al 47%.
    Mentre i gruppi che si sono presentati alle elezioni italiane sono considerati collaborazionisti e sono stati boicottati
    dai triestini.

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