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Gli amatriciani vogliono secedere dal lazio e da roma “tiranna”

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di CLAUDIO PREVOSTI

Amatrice_-_CorsoNon è solo una larga fetta di cittadini veneti che voglio secedere dall’Itaglia. Nel Centro della penisola c’è un Comune, Amatrice, che vuole secedere dalla Regione Lazio e dall’ingombrante presenza di Roma “tiranna”. «Volete che il territorio del Comune di Amatrice sia separato dalla Regione Lazio?». È il quesito a cui dovranno rispondere i cittadini amatriciani nel referendum deliberato l’altra sera dal Consiglio comunale, in polemica con la riconversione del locale ospedale ‘Grifonì in Casa della Salute.

«L’amministrazione comunale – afferma una nota del municipio di Amatrice – è costretta a questa scelta dalla stessa Regione Lazio, sorda e cieca sul gravissimo disagio economico e sociale in cui si trova da troppi anni il nostro territorio, area interna, dove sono inesistenti le politiche regionali di sostegno e dove, ora, si vuole negare anche il diritto alla salute. È la Regione Lazio che non ci vuole più. Il nostro è un grido di dolore. Abbiamo tollerato – prosegue la nota dell’amministrazione guidata da Sergio Pirozzi – lo scippo delle risorse finanziarie destinate al miglioramento della statale Salaria e dirottate su Roma, abbiamo tollerato i tagli sul trasporto pubblico locale, dissetiamo la Capitale che sfrutta a piene mani le nostre risorse idriche, ogni anno siamo costretti a dare battaglia sui tentativi di chiusura dei nostri plessi scolastici, e tolleriamo pure una addizionale Irpef da maglia nera, la più alta d’Italia, e che serve a ripianare i debiti abnormi della sanità romana. È arrivato il momento che ci facciano capire cosa si vuole fare dei territori marginali. Se non ci vogliono noi ce ne andiamo. Ora basta: diciamo forte e chiaro alla Regione Lazio che non siamo disposti a tollerare oltre – afferma ancora la nota – il Presidio ospedaliero Grifoni è l’unico veramente montano nell’intero territorio regionale, e ha pieno titolo e diritto, così come quello di Acquapendente, nostra sorella di sventura, di vedere riconosciuto lo status di ‘presidio di area disagiatà che la Regione Lazio ha ritenuto, invece, dover concedere ai presidi ospedalieri di Monterotondo, Subiaco e Bracciano. Il Consiglio Comunale ha deciso – conclude il Comune di Amatrice – la parola va ai cittadini, saranno loro a esprimere la volontà o meno di appartenere a una Regione che fino a oggi ci ha mortificato e ci ha costretto a un lento e costante declino frutto di costanti tagli lineari. La comunità amatriciana chiede norme, strumenti di amministrazione, competenze e risorse finanziarie pari a quelle riconosciute nell’intero Paese a zone certificate montane e disagiate come la nostra, in cui i residenti siano cittadini dotati di pari opportunità e del diritto alla salute, così come sancito dalla nostra Costituzione».

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