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Italia: essere verdi, ma in bolleta!

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di MATTEO CORSINI

Come era prevedibile, da ottobre scatterà un nuovo balzo delle bollette elettriche. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ha fornito il preavviso:

  • “Voi sapete che lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, questo trimestre aumenta del 40.”

A seguire, poi, la rassicurazione che il governoè fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie.”

Ci sono certamente fattori contingenti dovuti a una forte ripresa della domanda a fronte di un’offerta non ripristinata a livelli pre-Covid, ma il fondamentalismo con il quale i governi (soprattutto) europei stanno prendendo provvedimenti legislativi e regolamentari per accelerare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili non è un pasto gratis.

L’altra faccia del gretathunbergismo dominante è un rincaro dell’energia elettrica. Credo sia ridicolo, quindi, parlare (come molti media fanno) di speculazione finanziaria sulle quotazioni dei diritti di emissione di anidride carbonica, la cui offerta è determinata politicamente, così come la domanda è indotta ad aumentare altrettanto con mezzi politici.

In un contesto del genere il prezzo non può che aumentare. E non tutti, purtroppo, possono fare i verdi come i norvegesi, che sono i più avanti nell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ma sono passati dall’essere miseri pescatori di aringhe al benessere grazie a petrolio e gas, con le cui esportazioni hanno alimentato un fondo sovrano che oggi ammonta a 1200 miliardi di dollari.

Da questo punto di vista, fa pena ricordare che in Italia, grazie al fondamentalismo ambientalista, molte risorse che giacciono nel sottosuolo non sono estratte, aumentando il costo della dipendenza energetica dalle importazioni.

Tornando alle bollette, qualunque provvedimento assunto per contenerne l’aumento non farà altro che traslare l’onere altrove, ma in ultima analisi qualche pagatore di tasse presente o futuro dovrà farsene carico. E magari sarà indotto a puntare il dito contro la speculazione.

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