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La fattoria dei banchieri centrali

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di MATTEO CORSINI

Ho già avuto modo di commentare diverse volte degli articoli di Donato Masciandaro dedicati alla politica monetaria, nei quali l’autore tesse le lodi di Mario Draghi senza se e senza ma. Questa volta parte dalle perplessità di Draghi sui provvedimenti protezionisti e di deregolamentazione finanziaria presi negli Stati Uniti.

Nell’incontro con la stampa con cui la Banca centrale europea comunica e spiega le sue decisioni di politica monetaria, il presidente Draghi, interrogato sulla rilevanza che l’incognita protezionismo potrà avere sulla ripresa economica europea in corso, ha messo in evidenza come le incognite siano almeno gemelle: c’è il rischio protezionismo – su cui è alta l’attenzione – ma esiste anche il rischio deregolamentazione finanziaria, che i più invece ignorano. E fanno male. Perché dimenticarsi – o fingere di farlo – di quello che è successo a causa dell’intreccio di una cattiva politica monetaria con una cattiva politica di deregolamentazione significa pavimentare la strada per la prossima crisi finanziaria mondiale.”

Masciandaro ricorda quindi che la Fed, sotto la presidenza di Alan Greenspan, adottò al tempo stesso una politica di deregolamentazione finanziaria e una politica monetaria troppo espansiva. Va detto che, mentre sulla politica monetaria la Fed agì autonomamente, la deregolamentazione fu attuata anche con provvedimenti legislativi.

Difende poi la regolamentazione strutturale al posto di quella prudenziale. La regolamentazione strutturale si basava sull’assunto che la banca e la finanza sono “speciali” per due caratteristiche, tra loro intrecciate: i banchieri possono assumere rischi non calcolabili e prevedibili, che in più possono innescare degli effetti domino che provocano crisi sistemiche, e poi recessioni economiche. Per cui l’attività bancaria deve essere a vincoli ed a divieti, per evitare le assunzioni di rischio eccessivo”.

Curioso il fatto che l’unica vera regola che ridurrebbe in modo strutturale il rischio sistemico, ossia l’abolizione della riserva frazionaria, non sia presa in considerazione dai fautori di una regolamentazione più stringente. Quanto all’oggi: Guardando dal lato della politica monetaria, osserviamo che la cosiddetta normalizzazione è stata finora più un annunzio che un fatto. Infatti all’innalzamento dei tassi di interesse non è affatto corrisposta una riduzione della enorme liquidità in dollari che in questi dieci anni è stata pompata nell’economia mondiale, che si è più che quadruplicata”.

Da un osservatore che riserva queste critiche (peraltro condivisibili) alla politica monetaria della Federal Reserve ci si aspetterebbe un atteggiamento ancor più severo nei confronti della BCE. Al contrario, da Masciandaro non giunge mai alcuna critica alla politica dei tassi negativi, né al quantitative easing in salsa europea. Si vede che nella fattoria dei banchieri centrali ce ne sono alcun più uguali di altri.

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1 COMMENT

  1. Ragionare nella funzione di Politica Monetaria dipende se hai lo stomaco pieno o vuoto. Quelli che hanno applaudito Draghi per le sue operazioni che momentaneamente apparivano lodevoli come una pezza momentanea per non prendere freddo al Cul, devono sapere che nel lungo periodo li si torceranno contro. Primo, per aver aiutato l’Italia nella sua pessima politica economica debitoria, di cui hanno pagato amaramente i cittadini Italiani con il salvataggio forzato delle Banche le quali andavano chiuse. Due, impedito di eliminare i Politici che hanno indotto il Paese nella situazione attuale. In definitiva, il sig. Draghi ha sprecato miliardi a fondo perso non per migliorare la situazione debitoria dell’Italia e neppure correggere l’inclinazione politica arrenata sulla mangiatoia, senza promuovere il lavoro. La mia richiesta al sig. Draghi di finanziare lo sviluppo di interessanti progetti innovativi per promuovere il lavoro e la ripresa in Italia, non ebbe successo. Apparentemente si sono auto nominati i padroni delle risorse private dei cittadini, esattamente come Maria Antonietta invitava i poveri a mangiare biscotti al posto del pane, mentre la BCE per merito del suo presidente con lo stomaco pieno, invita gli Italiani a lasciare il Paese o suicidarsi.

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