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La perdita delle proprie radici sarà la fine dell’Occidente

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di ALEX SWAN

Partiamo con una citazione di Papa Benedetto XVI tratta dal libro “Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, islam”, del 2004:

  • “La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie”. “C’è qui un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì, in maniera lodevole, di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L’Europa ha bisogno di una nuova – certamente critica e umile – accettazione di se stessa, se vuole davvero sopravvivere”. 

In realtà, coloro che odiano l’occidente, son sempre gli stessi, solo che prima si facevan chiamare comunisti, ed era facile riconoscerli e combatterli. Oggi si fanno chiamare democratici o persino liberal (negli USA) e si insinuano fra noi camuffati da agnelli, quando in realtà sono pericolosi serpenti che odiano la società liberale, la libera impresa, la proprietà privata e ogni cosa che non sia sotto il diretto controllo dello stato e non possa essere pianificata.

I comunisti hanno l’ossessione del controllo e della pianificazione al fine di raggiungere un bene superiore, la società utopistica perfetta. Popper li definiva costruttori di sistemi e sono incompatibili con la società occidentale, per questo vogliono distruggerla e per farlo ci vendono aria fritta, spacciandola per verità assoluta. Lo fanno per il nostro bene, ci dicono.

In realtà vogliono portarci all’inferno, come hanno sempre fatto, ovunque siano saliti al potere.

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