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Le mani nelle tasche degli italiani le mette solo chi impone le tasse

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di LEONARDO FACCO Non abbiamo mai dimenticato frasi sconnesse tipo “Le tasse sono una cosa bellissima” – dell’allora ministro Padoa Schioppa – che un suo compagno di scuderia bocconiana, poi assurto alla presidenza del Consiglio, ce ne ha subito rifilata un’altra a dir poco memorabile: “Chi evade mette le mani nelle tasche degli italiani”. Non è cosa di poco conto che a fare affermazioni così strampalate (stile “1984” di George Orwell) seppur in linea con la demagogica campagna del “dagli all’evasore”, siano personaggi pubblici sulla ribalta, professori di prestigiose università, artisti vari (salvo poi scoprire che anche a loro piace incassare soldi in nero). Quando certe parole, certi messaggi, giungono all’orecchio dell’italico “homo medio”, quest’ultimo penserà che corrisponda a verità che “Chi evade mette le mani nelle tasche degli italiani”. Lo han sostenuto e sostengono in tanti. Il primo a dirlo fu Mario Monti.  Vado,
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2 COMMENTS

  1. Ottimo articolo come al solito!

    Segnalo questa frase di G. S. Mela che ieri ho letto in rete:

    “Adesso la preservazione della ricchezza è perseguitata come “evasione” dalla mani grifagne dello stato.

    Quando questo tipo di stato sarà travolto dalla rivoluzione, gli evasori di un tempo saranno chiamati Salvatori della Patria.

    I loro denari salvati serviranno per la ricostruzione sulle macerie”.

  2. Lo Stato può chiedere tasse solo per servizi che i privati non potrebbero fornire, la difesa, la giustizia, la politica estera, la sicurezza ed anche in quel caso dovrebbe chiedere alla popolazione quale livello di servizi fornire tramite la democrazia diretta (come in Svizzera). <come sappiamo in Itaglia questo non accade, non esiste democrazia diretta, non esistono referendum propositivi e quelli abrogativi non possono riguardare argomenti fiscali o trattati internazionali.
    Ma visto l'altissimo livello tributario ci si attenderebbe di avere una giustizia modello e una sicurezza tale per cui il crimine è scomparso e si può uscire senza chiudere a chiave la porta di casa, sappiamo bene che non è così, basta questo per definire il prelievo fiscale italiano "un furto imposto".
    Infine tutta la massa del prelievo fiscale invece che per le funzioni statali sopra ricordate viene invece dirottate a ben altre funzioni non richieste, la scuola (che potrebbe essere privata con assegni ai non abbienti), alla previdenza sociale e la sanità (inefficienti ed in Svizzera sono private) e a sprechi, lussi e mantenere una marea di dipendenti statali assolutamente non giustificati.
    Conclusione: il patto sociale che giustifica l'esistenza di uno Stato è stato violato da un pezzo e di parecchio, il prelievo fiscale è pertanto ingiustificato ed illegale.

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