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Lega… dai, dai che forse ce la fai

Da leggere

di PONGO

Questa mattina ero al baretto vicino a casa mia a prendere un cappuccino. Si è chiacchierato per alcuni minuti con un paio di persone di cui non so neppure il nome ma che fan parte della piacevole fauna locale. E si diceva che, pur non essendo leghisti né ora né in passato, non si può negare che, soprattutto in origine parecchi anni fa, la Lega nel dopo tangentopoli nei primi anni ’90, era in assoluto l’antipolitica, era il nuovo, era il diverso, era un’energia assolutamente sconosciuta, era una forza rivoluzionaria  rispetto al vecchio ed  al marcio cioè la Dc, il Psi, in parte il Pci e via via gli altri  a decrescere, i partiti e partitini  che furono. E, come dicevo,  pur non aderendo completamente a tale  rovesciamento  voluto dal suddetto partito o movimento,  non si poteva  fare a meno di dare alla Lega certe ragioni,  condivise  da molti appunto anche non leghisti.

La Lega aveva sicuramente certi buoni e veri  motivi! Si avvertiva un certo fascino per quella antipolitica seppure nordista, qualcosa per altri motivi paragonabile all’attuale movimento di Grillo. Poi sappiamo che di quella nuova frontiera, di quel sogno padano, di quella rivoluzione quasi celtica non ne hanno azzeccata una, ma almeno una che fosse una. Non dico che tra loro non ci fossero persone per bene, sia allora che ora c’era e c’è qualcuno che vale, ma si tratta di persone capaci solo individualmente e quindi i risultati non possono che essere  limitatissimi. In generale, come partito, non è stato raggiunto alcun risultato, tranne che a livello emotivo, nei grandi raduni in cui si elencavano i grandi sogni, rimasti tali. Vogliamo ricordarne alcuni? Innanzitutto visto che si diceva del periodo di Tangentopoli e Mani Pulite forse i più giovani non ricordano o non sanno che mentre la Lega mostrava in Parlamento il cappio da impiccagione all’allora primo ministro Giuliano Amato e gridava ai grandi partiti “Ladri! Ladri!” anche il Duro e Puro Umberto si era preso una discreta  tangente ed era riferita al caso Enimont di 200 milioni di Lire (andatevelo a  rivedere, fa bene ripassare la storia) che finirono nella sede del Carroccio. I  veri puri della Lega non ci potevano credere:  lui, Umberto con tangente, era come scoprire Robin Hood  ladro.

Aggiungiamo altro e ricordiamo che nell’immaginario-collettivo la Lega, tranne pochissime eccezioni, è in gran parte, si pensa,  un gruppo di ignoranti. L’esempio, sappiamo, è  il loro grande capo storico, eterno fuori corso in medicina all’Università di Pavia,  che fece credere  agli amici di aver preso la laurea con ben tre feste da neolaureato. Che bugiardo! Il figlio Renzo si è sempre reso conto della poca rilevanza culturale del padre per cui ha pensato bene di andare a laurearsi, senza frequentare, a Tirana in Albania. Grande errore  fu quello da parte di Umberto Bossi di  isolare il vero ideologo della Lega, il professore Giancarlo Miglio, giurista, politologo e  politico. Studioso dell’Amministrazione Pubblica, delle contraddizioni della stato unitario, esperto di federalismo e costituzionalista, esattamente quella figura che alla Lega mancava, in contrapposizione alla cultura cannottieristica del buon Umberto.  Nessuno gli nega  le grandi intuizioni che ha avuto, ma oltre il Bossi proprio non è andato. Miglio ebbe un solo grande difetto: dai leghisti era apprezzato, ammirato, perfino applaudito  addirittura a Pontida ed in altre situazioni di massa e questo Bossi non lo poteva sopportare perché il divo era lui, e così lo isolò.

Vogliamo ricordare i totali fallimenti del Federalismo e della Secessione che sui vecchi manifesti elettorali, ricordiamo, strabordavano come sogno leghista?

Vogliamo ricordare iniziative e creature padane andate completamente a ramengo per incapacità, come le Cooperative Padane? L’idea era bella, una catena di supermercati con  roba padana per i padani. Il primo fu nel 1998 a Paderno Dugnano e ne seguirono se non sbaglio a Bergamo, Varese, Verona, Cantù ed  il principale responsabile fu Calderoli. Fu un disastro, organizzativo e con enormi buchi di bilancio, ma anche buchi intesi come vittime economiche furono parecchi militanti  che avevano contribuito finanziariamente all’iniziativa. Che incapacità!  A proposito di vittime economiche leghiste oltre che un ulteriore enorme fallimento, andate a ripassarvi la storia dell’istituto bancario CredieuroNord, nato come banca di riferimento della Lega. Credo fosse l’anno 1998. Ripassatelo.

E ricordate i famosi Ministeri nella Villa  Reale a Monza? La cosa mi incuriosiva e un giorno di passaggio da quelle parti andai in visita  appunto  nella Villa Reale. Veramente stupenda, ma dei ministeri zero assoluto. A  proposito, a inizio estate 2011 scrissi un email per saperne di più. L’ 8 agosto  mi rispose l’Assessore della Provincia di Milano Stefano Bolognini. Ecco testuali le sue parole (l’ho conservato): “Egregio Sig. Pongolini, l’attività dei Ministeri presso la Villa Reale di Monza come annunciato dai giornali riprenderà a settembre. Ogni settimana i Ministri incontreranno  cittadini, associazioni, organizzazioni per un confronto su tematiche che verranno poste loro. Col tempo e con gli opportuni passaggi legislativi le sedi decentrate dei Ministeri, da sedi di rappresentanza quali saranno in un primo momento, diventeranno sedi operative con personale e strumenti necessari per svolgere le funzioni cui saranno preposti. Cordiali saluti.”

Fiducioso, passai qualche mese dopo, era inverno, idem come prima, tutto chiuso e serrato. E non era ancora il bel periodo della Lega con lo scoppio di Belsito.  Ma accidenti, che gente è?! In che mani siamo o eravamo?! Dico “eravamo” perché ora, per le prossime elezioni, leggo di persone, Leghisti giovani  o quasi, che mi incuriosiscono. Leggo cose incredibili ed alcuni nomi come Massimiliano Fedriga, 32 anni, triestino, laureato in scienze della comunicazione (laureato? Non in Albania? Nella Lega? ) o come Patrizia Bisinella, 42 anni, laurea in Legge,  consigliere comunale a Castelfranco Veneto ed anche Nicola Molteni di Cantù, 36 anni avvocato civilista, e ne seguono altri. Giuro e credetemi, son contento, perché in ogni caso e da ogni parte vengano,  c’è bisogno di giovani e di gente motivata. Solo un consiglio, cari giovani Leghisti, studiate e ripassate la storia, la Vostra Storia!

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3 COMMENTS

  1. Non ho nessun interesse a difendere l’indifendiibile. Non sono mai stato iscritto alla Lega. Anche se l’ho votata.
    Vorrei domandarvi: ma voi de “l’indipendneza” oltre a praticare questo simpatico sport di demolizione e sbeffeggio della Lega avete qualche altro interesse ?
    Uno straccio di proposta, per esempio ?
    O forse volete che si voti Monti ?

    • Sai, Berghemadler, il condividere la delusione, a volte, anche se raramente, dispone le persone più dotate intellettualmente all’esporsi a critiche, perché è attraverso queste ultime, giuste o sbagliate che siano, che si può cominciare a riordinare i propri obbiettivi in funzione degli errori fatti. Le scope col simbolo verde disegnato sopra, insieme alle menzogne di nuovo conio ma di antico stampo, spostano solo la sporcizia nascondendola, ma non la possono eliminare.

  2. Beh… oggi avere la laurea non facilita più il trovare lavoro ed entrare nella lega, per molti, è meglio che fare il contadino. Lo dico da contadino quale sono, naturalmente…

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