di MATTEO CORSINI
L’annuncio da parte di Facebook e altre società della creazione di una fondazione che progetta per il 2020 il lancio di una (cripto) moneta chiamata Libra ha generato prese di posizione e commenti da più parti. Banche centrali e ministri delle finanze hanno posizioni che vanno dal guardingo all’allarmato, mentre le banche commerciali invocano un level playing field.
Perfino il pacato Giovanni Tria, alzando di un decibel il tono di voce non certo stentoreo, si è spinto a dire che Libra renda necessaria una “azione di controllo”.
Libra ambirebbe a essere una “stablecoin” (“shitcoin”, per i critici), in quanto dovrebbe essere coperta al 100% da riserve in valute fiat emesse dalle principali banche centrali e titoli governativi denominati in tali valute fiat.
Già questo rende evidente che non avrebbe nulla a che fare con una criptomoneta vera e propria, la più nota e utilizzata delle quali è Bitcoin, in quanto non sarebbe altro (se verame