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Nigeria, proteste per il “caro benzina”

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di GIOVANNI PIOMBINO

Non abbiamo idea di cosa dovrebbero fare da noi de anche in Nigeria – noto paese produttore di petrolio – le persone si arrabbiano per l’aumento del carburante.

Riporta, infatti l’agenzia Reuters online: “ABUJA (Reuters) – Secondo giorno di sciopero generale in Nigeria contro l’eliminazione dei sussidi sul carburante mentre permane la situazione di stallo tra il presidente Goodluck Jonathan e i lavoratori dopo che tre persone sono state uccise nel primo giorno di manifestazioni.

L’Autorità nigeriana competente ha annunciato il primo gennaio che i sussidi sull’importazione di carburante sarebbero stati tagliati subito, con l’effetto di raddoppiare il prezzo della benzina a circa 150 naira (pari a 0,93 dollari) al litro e provocando proteste in tutto il Paese.

La polizia ha sparato e ucciso almeno due manifestanti ferendone una ventina ieri dopo aver aperto il fuoco e lanciato lacrimogeni per disperdere i manifestanti a Lagos e nella città settentrionale di Kano. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza nel Paese più popoloso d’Africa con le banche, le stazioni di servizio e gli aeroporti nazionali chiusi. Le strade di parecchie città, normalmente molto trafficate, erano silenziose. — Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano”.

Causa l’aumento delle benzine, qualcuno a deciso di mobilitarsi in Sicilia, come riportato sul sito di Trasporti Italia: “Gli autotrasportatori siciliani si fermeranno per 24 ore il prossimo 16 gennaio, per protestare contro la crisi del comparto e le misure contenute nella manovra del Governo Monti. Lo ha reso noto l’Aias, che sottolinea come non siano “state prese in considerazione finora le richieste di incontro” inoltrate agli Esecutivi nazionale e regionale. “A danneggiare l’autotrasporto – dice il presidente dell’Aias, Giuseppe Richichi – è l’aumento vertiginoso delle accise, la mancanza di una regolamentazione nei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative, la rete infrastrutturale inadeguata”. Il blocco è previsto a partire dalla mezzanotte del 16 gennaio e si concluderà alla stessa ora del giorno successivo.
Previsti presidi nei porti, nelle raffinerie, nei maggiori snodi viari dell’Isola.e il 10% del fatturato”.

A chi tocchera dopo?

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