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Non mi piacciono le critiche al neonato partito dei veneti

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di EUGENIO FRACASSETTI Mi piange il cuore nel leggere articoli al negativo come quello in prima pagina ieri sul Miglioverde, giornale che fu pur sempre fondato dall’amico Gilberto Oneto. Non è giustificabile un nichilismo malevolo, se solo pensiamo a quanto lieve e spiritosa – oltre che spietata – fosse stata la penna di Gilberto. Sarebbe invece necessario che tanti “leoni della tastiera” specie se anche loro veneti, capissero gli sforzi, forse ingenui ma pur sempre genuini e onesti, di tanti giovani che tentano – democraticamente - di tirarsi fuori, e tirare fuori il Veneto, da un kafkiano e ormai secolare vicolo cieco. Sarebbe quindi giusto non mettere sempre e solo in primo piano il pessimismo, spesso interessato, quando si parla delle speranze di un popolo frustrato dalla storia e della politica, e sarebbe invece opportuno appoggiare con una sana dose di ottimismo e di proposte gli sforzi di chi in questi giorni ha fondato il PARTITO DEI VENETI nella considerazione
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5 COMMENTS

  1. OK, Mister Nextein, ma per fare le cose senza suicidarsi serve uno strumento fondamentale che il Veneto non ha mai posseduto: un partito politico di riferimento e di massa, come ha dimostrato da sempre il Sud Tirolo… e servono quattro figure umane carismatiche quali erano quelle che diressero il Risorgimento: 1) Un grande finanziatore; 2) Un grande ideologo; 3) Un grande politico; 4) Un grande generale!
    Non si fanno le nozze coi fichi secchi! Eugenio Fracassetti

  2. Un articolo senza capo né coda.
    A cosa serve ripetere un elenco di cose ben note se poi alla fine non segue un’indicazione di cosa fare?
    Dire che le manifestazioni della Catalogna non servono a niente (se è questo il senso, perché non si capisce) è una bestialità.
    Il problema dell’indipendentismo veneto è proprio la sua scarsa partecipazione di piazza e la mancanza di una chiara proposta politica. La ragione è la modestia della leadership politica e la scarsa intelligenza delle proposte che vengono avanzate.

  3. Condivido in pieno l’articolo di Eugenio Fracassetti circa le critiche al neonato Partito dei Veneti.
    Non mi riferisco di per se alle critiche a questo partito ma al fatto che in questa rivista viene criticata praticamente qualsiasi iniziativa che non sia di “propria parte” e con tono sempre sprezzante, implicando anche e sempre un’accusa di malafede e disonestà.
    Lo ritengo un atteggiamento concettualmente dannoso e negativo.

  4. Tanta roba.
    Ma quando si decidono i veneti indipendentisti , coordinati dal loro partito/i ,ad attuare una protesta fiscale incisiva e duratura?
    Tutto va bene, la storia, le ambizioni, le intenzioni.
    Ma prima o poi si deve arrivare al dunque.
    Il voto non serve, è evidente.
    I referendum non servono, è evidente.
    Le armi non le vedo proprio.
    Rimane la protesta fiscale.
    A quando la comunicazione della data di inizio della protesta?
    Se un milione di indipendentisti si attivassero, lo statoladro vede mancare qualche miliardo.
    Allora forse vi ascoltano.

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