di EUGENIO FRACASSETTI
Mi piange il cuore nel leggere articoli al negativo come quello in prima pagina ieri sul Miglioverde, giornale che fu pur sempre fondato dall’amico Gilberto Oneto. Non è giustificabile un nichilismo malevolo, se solo pensiamo a quanto lieve e spiritosa – oltre che spietata – fosse stata la penna di Gilberto. Sarebbe invece necessario che tanti “leoni della tastiera” specie se anche loro veneti, capissero gli sforzi, forse ingenui ma pur sempre genuini e onesti, di tanti giovani che tentano – democraticamente - di tirarsi fuori, e tirare fuori il Veneto, da un kafkiano e ormai secolare vicolo cieco. Sarebbe quindi giusto non mettere sempre e solo in primo piano il pessimismo, spesso interessato, quando si parla delle speranze di un popolo frustrato dalla storia e della politica, e sarebbe invece opportuno appoggiare con una sana dose di ottimismo e di proposte gli sforzi di chi in questi giorni ha fondato il PARTITO DEI VENETI nella considerazione
Comiciamo col votare in massa il Partito dei Veneti e smetterla di votare i partiti italiani.
OK, Mister Nextein, ma per fare le cose senza suicidarsi serve uno strumento fondamentale che il Veneto non ha mai posseduto: un partito politico di riferimento e di massa, come ha dimostrato da sempre il Sud Tirolo… e servono quattro figure umane carismatiche quali erano quelle che diressero il Risorgimento: 1) Un grande finanziatore; 2) Un grande ideologo; 3) Un grande politico; 4) Un grande generale!
Non si fanno le nozze coi fichi secchi! Eugenio Fracassetti
Un articolo senza capo né coda.
A cosa serve ripetere un elenco di cose ben note se poi alla fine non segue un’indicazione di cosa fare?
Dire che le manifestazioni della Catalogna non servono a niente (se è questo il senso, perché non si capisce) è una bestialità.
Il problema dell’indipendentismo veneto è proprio la sua scarsa partecipazione di piazza e la mancanza di una chiara proposta politica. La ragione è la modestia della leadership politica e la scarsa intelligenza delle proposte che vengono avanzate.
Condivido in pieno l’articolo di Eugenio Fracassetti circa le critiche al neonato Partito dei Veneti.
Non mi riferisco di per se alle critiche a questo partito ma al fatto che in questa rivista viene criticata praticamente qualsiasi iniziativa che non sia di “propria parte” e con tono sempre sprezzante, implicando anche e sempre un’accusa di malafede e disonestà.
Lo ritengo un atteggiamento concettualmente dannoso e negativo.
Tanta roba.
Ma quando si decidono i veneti indipendentisti , coordinati dal loro partito/i ,ad attuare una protesta fiscale incisiva e duratura?
Tutto va bene, la storia, le ambizioni, le intenzioni.
Ma prima o poi si deve arrivare al dunque.
Il voto non serve, è evidente.
I referendum non servono, è evidente.
Le armi non le vedo proprio.
Rimane la protesta fiscale.
A quando la comunicazione della data di inizio della protesta?
Se un milione di indipendentisti si attivassero, lo statoladro vede mancare qualche miliardo.
Allora forse vi ascoltano.