lunedì, Ottobre 7, 2024
13.5 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Per ottenere l’indipendenza serve gente seria e preparata

Da leggere

INDIPENDENTISMOdi GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

Tutti blaterano di indipendenza, tutti si agitano scrivono pagine e pagine, ma nessuno (o quasi) dice come arrivarci. Fatto fondamentale da non dimenticare mai che Roma, come in generale tutti i detentori del potere, non molleranno mai il mazzo se non vi saranno veramente costretti. Spontaneamente, al massimo, come è già più volte successo, chiameranno una seggiola “ indipendenza”, ve la daranno e poi diranno che vi hanno, bontà loro, concesso l’indipendenza.

Quali sono le vie da percorrere e i mezzi da utilizzare per raggiungere l’obbiettivo? Piaccia o no sono solo due che analizzeremo separatamente, ma con intellettuale distacco.

La prima via, la più semplice, la più diretta è la rivolta armata. Il popolo si arma e spazza via, ammazzando senza complimenti chi detiene il potere e ne abusa. Nella storia dei popoli, anche recente, è quella più usata in oltre il 90% dei casi. E’ rapida e non lascia dubbi di sorta. C’è però un piccolo piccolissimo aspetto negativo: i sostenitori nonché attivisti della soluzione devono mettere in bilancio la possibilità di lasciarci la pelle e, quindi, di non vedere il frutto dei loro sogni. Occorre avere, pertanto, una grandissima determinazione ed un grande spirito di sacrificio. Determinazione che, nella storia dei popoli, quasi sempre è stata generata o dalla fame o da un crac finanziario dello Stato o da un sistema di oppressione fiscale non più sopportabili. Mi si citi un esempio, al di fuori della Cecoslovacchia (caso che peraltro merita accurati studi) che abbia fatto eccezione alla regola.

Naturalmente i detentori del potere, anche se manifestamente incapaci, hanno sempre messo le mani avanti per allontanare il più possibile l’evento. Rigoroso controllo delle armi (perfino dei temperini), comprese quelle dichiarate “improprie”. Governatori o para-governatori pronti ad intervenire non per sedare “semplici” tumulti anche se  con morti, ma solo se questi tumulti  presentano il marchio contro lo Stato. E la dura punizione data ai  Serenissimi è illuminante. Non importa se non hanno mai fatto un graffio alle cose o alle persone. Controllare riunioni, parole e scritti definibili come “sediziosi” denunciando (con la magistratura consenziente e fermamente orientata sulla sentenza unidirezionale), ogni minima “perturbazione”. Avere ben saldo e sicuro non un esercito di popolo, ma un esercito di fedeli pretoriani, ben pagati.

Oppure ci sono i piccoli passi. In questa seconda situazione occorre che i gestori dell’indipendenza abbiano CULTURA e PAZIENZA adeguati. E’ infatti inutile chiedere a chi governa cose che non concederà nella situazione vigente. E’ quindi inutile pretendere, ad esempio, la Macroregione o il trattenere il 75% degli introiti fiscali. Mica sono matti a darli! Ricordatevi che, a suo tempo, per non dover concedere il referendum anche al Sud Tirolo non  hanno chiesto quello per l’Istria (non dico per la Dalmazia).

Mosse intelligenti sono invece quelle di domandarsi che cosa  Roma non può negare, ma che permetta una migliore vita ai popoli indipendentisti. E’ questo, sopratutto, un fatto organizzativo. Esempio tipico è stato ed è dato dal Sudtirolo, i cui eletti non si sono mai politicamente schierati. Destra o  sinistra o addirittura dell’intera Italia a loro non importava e non importa nulla. Attendono solo  che, in Parlamento, il loro voto diventi risolutivo per chiedere ed ottenere un emendamento in loro favore. Emendamento che, in genere, sgancia il Tirolo da un ulteriore piccolo vincolo. Il risultato è che anche se, almeno per ora, non hanno ancora ottenuto l’indipendenza, a casa loro fanno praticamente quello che vogliono ed i ricavi fiscali se li trattengono quasi tutti.

E allora? Allora bisogna seguire la loro strada. Ma eleggendo non dei ciarlatani, ma gente seria e preparata. Gente che conosca o si dia da fare per conoscere, Leggi e Regolamenti italioti e si insinui accortamente tra le maglie di queste catene.

Correlati

3 COMMENTS

  1. Franco, lo stato italiano appartiene al blocco NATO, come la Repubbliche Baltiche appartenevano al blocco URSS.
    Lo stato italiano verrà trascinato nel baratro del fallimento del sistema NATO (Ovvero dal fallimento degli USA)
    E utile ricordare che il bilancio federale USA è gravato dalle spese militari ben oltre il 20% (quello ufficiale, ca. 3,3 Mld su 0,7 Mld $) se poi conteggiamo anche le sovvenzioni ai grandi progetti delle multinazionali private per consentire a NSA di raccogliere informazioni su cittadini ed imprese di tutto il mondo o per finanziare ricerca utile a fini militari (NASA, chimica, aereonaitica ecc.) tale percentuale salirebbe ulteriormente.
    Non siamo molto lontani dalle percentuali URSS prima della sua caduta

  2. Condivido l’intervento di Fumagalli e l’articolo. L’Urss crollò perché le guerre sono principalmente guerre economiche, la guerra fredda fu vinta dagli americani perché l’Urss doveva spendere per gli armamenti il 30% del PIl per stare al passo con gli USA. L’italia è l’ultimo scampo di comunismo (insieme alla Nord Corea) al mondo. La proprietà privata, il lavoro privato viene ostacolato in ogni modo e praticamente da Roma in giù l’unica fonte di reddito è lo Stato. Come in Germania Est tutti lavorano ma nessuno lavora, anzi l’italia fa peggio, perché neppure tutti lavorano.
    Sul fatto che in tanti parlino di indipendenza ma poi si rimanga fermi alle parole mi viene in mente un film con dei detenuti che fuggivano da un Gulag in Siberia. Uno di essi preparava piani, mappe ecc. ma poi non scappava mai, continuava a dire che bisognava preparare per bene le cose, alla fine la sua era solo paura.
    Da anni seguo siti indipendentisti, si discute, si parla, si elabora ma poi non si arriva mai al dunque. C’è chi parla di liberare solo il veneto, ognuno per la sua strada, chi parla di nuovo Stato confederato con tutte le regioni del nord.
    Ma mai che io veda uno che dica: abbiamo discusso e si è deciso di operare in questo modo, dalla prossima settimana si inizia.
    Volete delle idee? Formate un governo provvisorio in esilio, trovate dei locali all’estero (Lugano) per le sedi. Poi fate pubblicità per avere la cittadinanza longobarda, chi la chiede ottiene un passaporto. Solo chi ha il passaporto potrà partecipare alle elezioni e candidarsi, votazioni non per un referendum, l’occupazione italiana è illegale, non dobbiamo chiedere nulla, un referendum sarebbe truccato dagli occupanti italici e imporrebbero di far votare anche i loro coloni ed immigrati, per la nostra terra dobbiamo decidere solo noi, mica anche gli italiani. Le elezioni porterebbero a formare un parlamento che approverebbe le misure adottate dal governo provvisorio in esilio: adozione della costituzione e delle leggi svizzere (sono collaudate e già esistenti e funzionano).
    A quel punto si passerebbe alla fase più difficile: il riconoscimento internazionale. Gli Stati europei non ce lo darebbero mai, anche con buone motivazioni. La Russia invece si, e ci può anche dare la stampa dei passaporti ed altre cose. Ovvio che gli Stati Uniti, che hanno basi da noi, non vedrebbe di buon occhio la cosa, quindi occorre prudenza. La Svizzera può riconoscerci. Comunque una volta iniziato ecco che allora pur di non vederci fuori dall’Unione europea e dalla Nato gli altri Stati ci riconoscerebbero.
    In ogni caso la situazione economica ed immigratoria italiana è tale che a parer mio argomenti per convincere Germania e Francia se ne trovano a bizzeffe.

  3. L’URSS è implosa, perché il sistema non poteva più reggere. Questa sarà la fine del sistema italiota costruito su una costituzione inadeguata. E’ solo questione di tempo (ma non tanto). E’ la fine determinata dai parassiti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti