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Quanto costa, chi paga? le proposte del reggente del pd

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Maurizio Martina nella sede del Pd durante conferenza stampa sui risultati delle elezioni amministrative, Roma 12 giugno 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

di MATTEO CORSINI

Sarà forse per non voler apparire come un mero traghettatore in attesa dell’elezione di un nuovo segretario. Fatto sta che Maurizio Martina, reggente del PD, ha postato su Facebook (così riporta l’ANSA) un elenco delle proposte da cui ripartire: “In Parlamento e nel Paese facciamo vivere le nostre battaglie e il nostro impegno quotidiano per un’Italia migliore. Ripartiamo dalle nostre proposte concrete, confrontiamoci con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle loro aspettative. Lasciamo ad altri tatticismi, scontri personali e di potere. Noi pensiamo all’Italia”.

Come no? Tutti (a parole) pensano all’Italia.

Ecco le prime tre proposte Pd: POVERTA’. Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa”.

Quanto costa? Chi paga?

FAMIGLIE. Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi”.

Quanto costa? Chi paga?

LAVORO. Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi”.

Ben venga la riduzione del carico fiscale sul costo del lavoro, ma quanto costa? Chi paga?

Al d là di ogni altra considerazione su tutti questi provvedimenti, se non si indicano tagli di spesa che coprano questi costi, l’unica cosa certa è che qualche pagatore di tasse avrà, prima o poi (suppongo più prima che poi), un aumento del conto a suo carico. Meglio non ripartire da qui.

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2 COMMENTS

  1. Sono talmente abituati a raccontare non parole ma fumo per gli abeti che li seguono. Ogni tanto vien fuori un galletto e pensa di prendere per il cul de sac l’intero paese. Per salvare il Paese bisognerebbe eliminare del tutto la Politica e sostituirla con persone serie che provengono dalla programmazione matematica.
    Eliminando il costo della Politica potremmo pensare alla ripresa, ma rimane pur sempre il grave problema del debito pubblico da ricuperare da tutti coloro che hanno Governato il Paese sino ad oggi.
    Non ladri ma il club dei furbacchioni impuniti.

  2. … anche perche’ ogni innovazione fatta anche per distribuire sussidi partirebbe con la predisposizione did nuove strutture il costo delle quali implementerebbe sicuramente le spese della macchina dello stato, che e’ invece gia’ di suo la maggiore idrovora delle risorse…
    La burocrazia e’ costo, non lavoro, ed e’ la causa prima di sperpero e… corruzione e degrado.

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