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Questa è l’italia: debito record, tasse aumentate, spesa in crescita

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italia affondadi FRANCO CAGLIANI

Diamo un’occhiata ai numeri ufficiali. L’Italia ha chiuso il 2014 con un indebitamento netto pari al 3% del Pil, in aumento rispetto al 2,9% del 2013 (rivisto dal 2,8%) e in linea con le stime del governo. Lo rende noto l’Istat fornendo il bilancio consolidato di tutte le amministrazioni pubbliche valido ai fini di Maastricht.

Male il debito pubblico, salito nel 2014 al 132,1% del Pil (128,5% nel 2013, rivisto da 127,9%), livello massimo dal 1995 e sopra il 131,6% stimato dal governo. Nel 2014 il Pil italiano (dati grezzi) è risultato negativo per il terzo anno consecutivo, mostrando un calo dello 0,4% a fronte del -1,7% (rivisto da -1,9%) registrato nel 2013 e del -2,8% (rivisto da -2,3%) nel 2012. La stima del governo era di -0,3%.

Le entrate totali si attestano al 48,1% del Pil in crescita dello 0,6% rispetto al 2013 (quindi sono aumentate le tasse). Le uscite totali sono pari al 51,1%, in aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente (quindi sono aumentate le spese).

Solo un appunto finale: questi numeri smentiscono, su tutti i fronti, gli utili idioti che affermano che in Italia viga l’austerity.

 

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2 COMMENTS

  1. Dovvremmo trovare una strategia politica per licenziare tutti i dipendenti pubblici.

    Riflettiamo innanzitutto che quando diciamo che vogliamo MENO STATO stiamo dicendo in pratica che vogliamo meno statali. Perfetto: ma dobbiamo specificarlo. Altrimenti è più difficile capire che per avere meno Stato bisogna innanzitutto liberarsi degli statali.

    Ora: per licenziare agevolmente i dipendenti pubblici basta puntare sul fatto che il Pubblico Impiego è rimasto, per colpa di politici e degli stessi dipendenti pubblici, tale e quale era ai tempi della monarchia. Pur essendo stata proclamata la Repubblica Democratica, i dipendenti pubblici sono rimasti lì dov’erano, intoccati.

    Codesti brutti tizi assunti in epoca predemocratica hanno così potuto, avendo scuola ed informazione nelle loro mani, addomesticarci tutti fin da fanciulli ad una idea di democrazia (di periodico rinnovamento) che tocca solo l’ambito di Governo e non pure, così come intuitivo e necessario, l’ambito delle Funzioni Pubbliche, i pubblici impieghi tutti.

    Dovremmo riflettere su questo lungo processo storico che tramite il continuo inculcamento (da parte degli assunti a vita nel pubblico) di una cultura che mai ha messo in dubbio il “loro” posto fisso ha di fatto perpetuato la stessa tirannide dei tempi andati fino ai giorni nostri.

    Se metteremo al corrente di quanto avvenuto la gente comune, le persone che ancora non apprezzano (perché non conoscono) il libertarismo, si avrà da parte loro una correzione di rotta politica molto più veloce. Dobbiamo spiegare che i dipendenti pubblici assunti a vita stanno lì solo perché hanno proditoriamente perpetuato la stessa cultura dei tempi pre-democratici. Dobbiamo spiegare che democrazia vuole che chiunque occupi un incarico pubblico, di governo o lavorativo, deve essere periodicamente licenziato.

    Una volta che si capisse che democrazia = periodico rinnovo a quel punto non ci vorrà nulla per licenziare gli statali, sarebbe a dire per avere MENO STATO.

    Spero interessi.
    Spero che potremo gradagnare al più presto la libertà.
    Perché ora non ne abbiamo affatto.

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