di FIORENZO PIEROBON
In Veneto, a Vicenza, sabato scorso, presso l'Hotel Viest, è ufficialmente nato un nuovo partito indipendentista. Ma non "roba folkloristica tipo i comitati di Liberazione, i dogi, quelli dell'autogoverno", ma un "partito istituzionalizzato", che è giù presente - come ha detto il suo leader Antonio Guadagnini - nel Consiglio regionale, dove peraltro s'è fatto notare per iniziative tipo la battaglia contro la ludopatia, la mozione anti-gender e il sostegno all'addizionale Irpef, decisa da Zaia, per la fallimentare Pedemontana.
Per "un Veneto aperto e globale" recita lo slogan e, soprattutto, "la necessità di spiegare ai veneti che l'indipendenza è "una forma di autonomia che porta solo vantaggi, perché piccoli non vuol dire poveri ed isolati, ma il contrario". E la citazione di Hong Kong non è casuale. "L'indipendenza del Veneto - dice Guadagnini, ed Udc, ex Veneto Stato ed ex Indipendenza Noi Veneto con Zaia - è il nostro primo obbiettivo, l'indi
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