di LEONARDO FACCO
Tra le tante morti che ha decretato la tragica farsa pandemica c'è la morte definitiva dell'indipendentismo veneto, l'unico che ha sempre avuto un senso (una volta scoperto il bluff padano di Bossi e risaputo che quello lombardo ha le sembianze della covidiozia di Attilio Fontana). Anzi, a dire il vero, il virus non ha ucciso l'indipendentismo, lo ha sepolto una volta per tutte, chiudendo così un lungo ciclo storico iniziato il secolo scorso.
Da quando il governo dittatoriale sanitario italiano ha decretato gli arresti domiciliari di tutti gli abitanti della penisola, esclusi pochi individui coraggiosi che non se la sono bevuta e hanno prima ragionato e poi disubbidito, gli indipendentisti veneti si sono adeguati in gran silenzio ai diktat romani. Di più: i "serenissimi", hanno devotamente seguito le indicazioni del podestà Luca Zaia (che non ha mai contraddetto l'esecutivo Conte) e lo hanno incoronato imperatore, alle elezioni regionali scorse, con quasi l'
Comments are closed.