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Venezuela, il progresso avanza: niente culle ma casse di cartone

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bebevenezueladi REDAZIONE

Sei neonati che dormono dentro a cartoni della Biogalenic, una marca locale di farmaci, allineati su un tavolo dell’ospedale e identificati con un foglio di carta attaccato con dello scotch. Questa la fotografia comparsa su Twitter per documentare lo stato di degrado in cui versano alcune strutture sanitarie del Venezuela.

L’autore degli scatti è Manuel Ferreira, un avvocato venezuelano esperto in diritti umani che così ha voluto sollevare l’attenzione sul fatto che, in mancanza di culle, siano state riciclate le scatole di cartone per accogliere i neonati venuti alla luce negli ospedali pubblici.

Il fatto sarebbe avvenuto nel reparto maternità dell‘ospedale Domingo Guzman Lander, nello stato di Anzoategui (nord-est del Paese). Il tweet riporta come didascalia una parafrasi del testo di una famosa canzone di Ali Primera, celebre cantautore impegnato: “Che triste come arrivano i bimbi nelle loro culle di cartone”.

L’immagine è rapidamente diventata virale e poche ore dopo la sua diffusione, come racconta lo stesso avvocato, i responsabili dell’ospedale hanno proceduto a sostituire le scatole di cartone con vere culle. “La mia denuncia almeno è servita a fare accomodare un po’ meglio quei bebé”, ha commentato Guzman.

Dopo l’entusiasmo iniziale, sul web però c’è chi avanza dubbi sull’autenticità e la provenienza delle foto: secondo l’utente Felipe Allende l’ospedale reo di avere “inscatolato” i bambini sarebbe dell’Honduras e non del Venezuela. Dubbi che non hanno ragione di essere, visto che la foto è proprio scattata in Venezuela, esattamente nello stato di Anzoategui (come da foto sopra). E i medici che hanno fatto girare la foto, ora sono perseguitati dal regime.

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1 COMMENT

  1. Le scatole è roba da ridere.
    Immagino, piuttosto, che la mortalità perinatale sia aumentata.
    Questo potrebbe essere un dato interessante da rilevare.

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