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25 aprile, piazza san marco torna a sognare il “veneto libero”

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venezia-25-4-16di REDAZIONE

Due ore di pioggia, ed il vento freddo, non hanno rovinato la festa dei veneti in Piazza San Marco. Non è stata la festa della Liberazione, ma della speranza di trovare presto la liberazione dall’Italia. Oltre un migliaio di indipendentisti, centinaia di gonfaloni della Serenissima e tanti turisti incuriositi hanno riempito il più famoso “campo” che sta ai piedi del campanile, che a partire dalle tre del pomeriggio, col cielo rasserenato, è stato trasformato in una tavolozza sulla quale scrivere a lettere cubitali WSM.

Tante davvero le bandiere col “leon” che garrivano al vento freddo che arrivava da nord. “Par tera, par mar, San Marco” e “Veneto libero” i due slogan che sono andati per la maggiore. Nessun vessillo di alcun partito, invece, come richiesto dagli organizzatori. Il sindaco della città , Brugnaro, prima ha celebrato il 25 aprile italiano, poi s’è presentato in wsm-venezia-2016piazza per commemorare il santo patrono veneto: “Semo veneti, semo brava gente”.

Da giorni sui social network si ripeteva l’appello a presenziare all’evento (la rievocazione storica è stata opera dell’associazione culturale Raixe Venete) e i secessionisti hanno in buona parte risposto. Forse, meno numerosamente di quanto qualcuno si aspettava (più dello scorso anno, però), ma gli organizzatori sono convinti che l’anno prossimo sarà ancora meglio. Il tradizionale maxi gonfalone da 12 metri per 24 è stato “autorizzato” dalle forze dell’ordine assieme alle altre bandiere della Serenissima, ma niente simboli politici, perché le manifestazioni politiche sono vietate a Piazza San Marco. Peraltro, per la prima volta l’amministrazione ha deciso di programmare degli eventi per celebrare San Marco, nel salotto buono della capitale veneta. In merito, non sono mancate le polemiche di alcuni rappresentanti politici, che hanno sottolineato il rischio che la giornata del 25 aprile possa diventare una vetrina quasi egemone per i movimenti indipendentisti.

Anche quest’anno, insomma, Piazza San Marco s’è trasformata in una prestigiosa vetrina per chi non s’è ancora stancato di ribadire che il plebiscito del 1866, che unì il Veneto all’Italia, è stato solo una truffa.

IL CORO DELLA FENICE

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2 COMMENTS

  1. Un grande inchino alla gloriosa storia dei nostri prodi e saggi avi. Dobbiamo diventare dei pronipoti degni di portare avanti la nostra grande e giusta civiltà della Serenissima. WSM

  2. io c’ero… la foto dà l’idea della scritta che si è realizzata subito dopo che ha smesso di piovere, non certo del tripudio di bandiere che poi rotte le linee hanno potuto riempire la piazza sotto il sole venuto a splendere come premio per i Veneti convenuti sfidando freddo e maltempo… per la meraviglia di tutti i foresti e di quelli che poi si sono goduti lo spettacolo seduti ai tavolini dei caffè…
    E’ stato fantastico poter incontrare persone di ogni dove che chiedevano la ragione di tanta festa! un ripasso per me delle cognizioni di lingue straniere.. ma ci sono termini che ormai sono patrimonio internazionale! Indipendenza col Leon de San Marco, bandiera conosciuta in tutto il mondo fondo azzurro e fondo rosso, par tera e par mar… e il vangelo sotto la zampa con la prima parola Pax… sotto la zampa qui ci sta benissimo per la civilissima Repubblica che ne ha fatto il suo simbolo: i grandi suoi nemici di allora da cui guardarsi, il Papato e l’Impero… più volte colpita da bolle di scomunica le respinse e per non privare la gente delle proprie credenze e pratiche religiose allontanò gli ordini che intendevano obbedire al Papa, il quale allora ovviamente si avvaleva delle sue prerogative per fini di puro potere temporale e spesso familistico…
    La storia e la lettura dei simboli, questi sono argomenti di approfondimento che ora molti gruppi cercano di conseguire con la loro passione e le proprie forze…per colmare quello che la classe insegnante statalizzata e omologata non si sogna di fare.

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