di REDAZIONE
Cos’è l’anarco-capitalismo? La dottrina secondo cui una società capitalista senza Stato è economicamente efficace e moralmente desiderabile. Si presenta come il limite e l’unione di due teorie: la libertà dell’anarchismo si estende all’economia; la libertà capitalista dilaga nel sociale permeando di sé le condizioni di base della vita in società.
Per l’anarco-capitalismo, l’anarchia è un elemento costitutivo dell’economia capitalista in ogni ambito: ciò significa che, anche nell’offerta dei servizi di sicurezza pubblica come polizia, tribunali e difesa nazionale, lo Stato dovrebbe cedere il suo posto a imprese o associazioni libere, private e concorrenziali. Altre differenze dall’anarchismo tradizionale? Si fonda sulla proprietà privata per riconciliare le molteplici azioni individuali e, posta l’uguaglianza formale di tutti gli individui sul piano giuridico, ammette le ineguaglianze che la libertà totale produce o garantisce. Dopo il
Ho sempre visto l’anarchia come applicazione coerente del liberalismo. Perché le critiche che i liberali fanno solo Stato dovrebbero arrestarsi quando si parla di giustizia, difesa, polizia, scuola, sanità, strade? La critica radicale dello Stato fatta dal liberalismo classico portata fino in fondo diventa anarcocapitalismo. L’ideale anarchico di una società senza Stato è la risposta definitiva. Il che non significa ne senza organizzazione ne senza regole ne senza ordine ne senza autorità o gerarchie. Che tutta questa cose possono esistere anche senza lo Stato, che se mai è anzi un portatore di perenne scompiglio, con il suo incontrollabile profluvio di tasse, di debiti, di norme, di guerre, etc..
Il liberalismo è una cosa, l’anarchia un altra e non può esistere nel capitalismo.
Mi spiego: abbiamo, purtroppo, dei pessimi esempi di cosa porta il capitalismo senza regole (prodotti cinesi, est europei ed anche italiani), utilizzo di materiali scadenti e pericolosi per la salute, inquinamento, sfruttamento al di la della ragionevolezza del fattore produttivo forza lavoro, ecc). Faccio un esempio terra terra, io uso l’acque del fiume (depurandola) per irrigare i campi, uno impianta una fabbrica a monte ed inquina l’acqua rendendomela inutilizzabile. L’anarchia porta a questo, va bene il liberismo, con poche regole non opinabili (salute, inquinamento, ecc) ma fatte rispettare anche spietatamente.
in sostanza, mi sembra che per conciliarle le due posizioni che a primo acchito sembrano inconciliabili, entrambe dovrebbero essere assoggettate ad una piattaforma di principi condivisi: 1) salvaguardia della continuità della specie e delle risorse, per scongiurare l’inquinamento ambientale, 2) concorrenza sleale cioè subdola, che inganna chi produce e chi consuma.