di PAOLO BERNARDINI
I film storici sono tanto più piacevoli, quanto meno si ispirano ad una idea di “precisione” e filologia nella ricostruzione degli avvenimenti, qualità che neppure gli storici professionisti possono garantire. Il disastroso “Napoleone” di Ridley Scott (speriamo non sia il testamento di un grandissimo Maestro) ne dà ampia testimonianza. Un bene, dunque, quando i registi si lasciano prendere dall’estro dell’invenzione, e nel caso di cui parlerò anche dell’armonia, per trasportarci in mondi che solo in parte vengono fedelmente ricostruiti, quel poco che è necessario per condurci, magari, nella Laguna veneziana a neppur tre anni da Campoformio, tre anni scarsi dalla perdita di quella millenaria libertà che non è stata – per ora – ancora ritrovata.
Non conoscevo Margherita Vicario e per dire la verità neppure il suo film, “Gloria!”; mi ci sono imbattuto per caso, in cerca di qualche filmico svago in quel di Como, in un sabato di vento