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Alla conquista del sud. lega attenta, ti da’ il voto solo in cambio di qualcosa

Da leggere

di ROMANO BRACALINI

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C’è al Sud il riflesso psicologico del debole che dopo essersi atteggiato a vittima sale con mossa astuta sul carro del vincitore.Successe con la guerra piemontese del 1861,con interi villaggi bruciati e i cafoni fucilati sulla base di un semplice sospetto. Ma nel 1946,quando il Sud poteva vendicarsi della monarchia sabauda che l’aveva brutalmente colonizzato,l’elettorato meridionale votò compatto Stella e Corona.Il complesso di inferiorità del Mezzogiorno aveva prevalso sulle ragioni storiche ed erano bastati i privilegi che la monarchia aveva dispensato al Sud per averlo succube e ubbidiente al momento opportuno. Tu credi di conquistare il Sud ed è il Sud che alla lunga conquista te.Successe col fascismo che da fenomeno nordista divenne “meridionalista” quando notabilato e popolo vi intravidero il proprio tornaconto.

Così, i latifondisti del Sud e il sottobosco politico, con tutte le loro diramazioni malavitose,non tardarono ad adeguarsi,aderendo senza sforzi o costrizioni al regime vittorioso e penetrando in camicia nera in tutte le articolazioni della società. In Sicilia,un grande imprenditore, Vincenzo Florio, da garibaldino aderì al fascismo con convinzione e così lo scrittore Giovanni Verga, anch’egli ex garibaldino e unitario,che non mancò di manifestare il proprio disprezzo per il parlamentarismo.

Nel 1924 Luigi Pirandello con una lettera ossequiosa e intempestiva a Mussolini, chiese la tessera del partito proprio nei giorni del delitto Matteotti.Giovanni Gentile,siciliano,divenne il filosofo prediletto del regime. Il “voi”, quando venne reso obbligatorio,non ebbe difficoltà ad attecchire grazie alla natura spagnolesca delle popolazioni.I viaggi del duce al Sud davano luogo a scene d’isteria collettiva.In Abruzzo le donne “volevano toccarlo”, baciargli le vesti.

In Sicilia gli uomini tentavano di baciargli le mani,come avevano fatto con Garibaldi nel ’60;qualcuno si inginocchiava al suo passaggio. I sindaci gli offrivano le chiavi del paese su cuscini di velluto.In Sardegna le donne levavano in alto i bambini al suo passaggio perché lui li vedesse e li baciasse.Mussolini passava tra le folle meridionali come una divinità compassionevole. Gli avevano inventata la favola di taumaturgo e poco mancava che facesse i miracoli. Mussolini si sobbarcava agli obblighi della propaganda ma,in simbolo lega sudprivato,ammetteva di non amare il Sud,che costituiva un difetto di debolezza nei suoi piani di conquista e fu sempre ferocemente critico nei confronti dei notabili meridionali i quali, a suo giudizio, non erano all’altezza degli alti compiti che il fascismo si era assegnato.

Nemmeno i cafoni riscuotevano la sua fiducia e fu forse per questo che,quando le paludi pontine vennero bonificate,preferì che a popolare le nuove città e coltivare i campi sottratti alle acque malsane fossero i braccianti padani,delle province venete, considerati più forti lavoratori, sobri nei costumi e senza grilli per la testa. Nemmeno come soldati valevano troppo; e ci volle del bello e del buono per arginare le domande dei meridionali che avevano sempre avuto un debole per la divisa che conferiva decoro e autorità.

In una conversazione con Sem Benelli, nel 1924, Mussolini ammise “di avere poca stima per i napoletani in particolare e per i meridionali in generale”. Nel Sud c’erano troppi meticci discendenti dagli antichi schiavi e ciò spiegava la scarsa bellicosità e l’arrendevolezza di quelle popolazioni.Quanto alla Sicilia si riprometteva di liberarla dai funzionari siculi,inetti e incapaci per corruzione biologica, e di trattarla in base a leggi razziali apposite,come avrebbe tentato di fare durante la guerra e non ne ebbe il tempo. I siciliani,diceva,non sanno combattere e nella nuova Italia avrebbero avuto soltanto il compito di costruire le armi per l’aristocrazia guerriera del Nord e del Centro. Secondo Antonio Gramsci l’inferiorità del Sud era una invenzione della borghesia settentrionale. E’ noto, diceva Gramsci, qual è l’ideologia diffusa capillarmente dai capitalisti alle masse del Nord:” Il Mezzogiorno è la palla di piombo al piede dell’Italia civile” e “i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori,dei semibarbari o barbari completi….”. Parole scritte nel libro “La questione meridionale”,ristampato dagli editori Riuniti nel 1966, pagg.132-136. Parole tuttavia che testimoniavano il profondo divario culturale e psicologico tra i due capi d’Italia.

La Lega del nuovo corso vuol conquistare il Sud? Non le sarà difficile.Purché tenga conto del complesso del suddito e del bisogno di protezione che anima da sempre quelle province; e che al Sud ti danno il voto in cambio di qualcosa. Cambierebbe tutto per non cambiare nulla. Al Nord non resterebbe che scappare da un’altra parte.

 

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7 COMMENTS

  1. Devo purtroppo correggere il mio post, per evidenziare un’importante imprecisione. La citazione di Gramsci è infatti estrapolata dal suo contesto e proposta in modo da invertirne il significato, come dimostra la frase citata nella sua interezza:

    «È noto quale ideologia sia stata diffusa in forma capillare dai propagandisti della
    borghesia nelle masse del Settentrione: il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce piú rapidi progressi allo sviluppo civile dell’Italia; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale; se il Mezzogiorno è arretrato, la colpa non è del sistema capitalistico o di qualsivoglia altra causa storica, ma della natura che ha fatto i meridionali poltroni, incapaci, criminali, barbari, temperando questa sorte matrigna con la esplosione puramente individuale di grandi geni, che sono come le solitarie palme in un arido e sterile deserto.»

    Togliendo la premessa – che questa è l’ideologia (avversata da Gramsci) dei “propagandisti della borghesia” (i fascisti?) – si inverte il significato della dichiarazione. Mi dispiace.

    Certo: mi avrebbe sorpreso, se un arcicomunista come Gramsci avesse veramente nutrito sensibilità etnico-culturali. Sarebbe stata una dimostrazione di un’intelligenza che ai comunisti è sempre mancata.

    • ma guarda tu, lupo ,,, kuasi ke corruzione popolare diffusa ed assunta a metodo di vita kuotidiana popolare, mafia e kamorre e ‘ndrabghetre, parassitismo, malaffare, imbrogli, colera e munnezza non siano, COMPROVATI, patrimonio vostro … altro ke borghesia insultante … fulgida realtà merdosa e detestabile italiana vostra …

  2. Ottimo: interessante, istruttivo e storicamente ineccepibile. Tutto da condividere, a parte l’uso del condizionale nelle due frasi conclusive: mi sembra un eccesso di ottimismo.

    • xaltro il titolo m’indispone… avvertire la lega di ke !? … attenta a cosa !? … un ammasso di lestofanti imbroglioni buoni a nuilla ma capaci di tutto … italiani, romanofili, servoklericali, corrotti ed immorali senza pari … e razzisti pure …

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