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Catalogna, cresce il numero di chi vuole un vero referendum: 84% dei cittadini

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di GIANMARCO LUCCHI

Il progetto di Artur Mas  di rmadrid vietaaggiungere l’indipendenza in 18 mesi genera qualche perplessità nella società catalana per i rischi che potrebbero derivare per la ripresa economica e gli investimenti esteri. Quasi il 53% dei catalani hanno questa percezione, rispetto al 39% che respinge qualsiasi impatto negativo di una transizione verso l’indipendenza. E’ questo un altro risultato del sondaggio di Feedback condotto per il quotidiano La Vanguardia.

La perplessità più diffusa si registra tra le donne (con un gap quasi otto punti con gli uomini) e tra i giovani di 18-24 anni (quindici punti sopra la media). Al contrario, le persone 35-44 anni sono le più ottimiste (55% vs 44%), e respingono qualsiasi impatto negativo del piano di Mas. Gli elettori che paventano grandi pericoli per l’economia sono gli elettori di Ciutadans (tutti) e PSC (quasi il 90%), anche se la metà degli elettori di CiU percepisce un certo rischio.

Paradossalmente, di contro l’ipotesi dell’indipendenza che si avvera non genera dubbi circa il suo impatto economico tra la maggior parte catalani. Più del 43% (un punto in meno di un anno fa) ritiene che il tenore di vita sarebbe migliore in una Catalogna indipendente e quasi il 26% che sarebbe uguale. Solo il 24% ritiene che l’indipendenza comporterebbe un peggioramento (2,4 punti in più rispetto al 2013). Mentre tra gli elettori sovranisti prevale l’ottimismo, mentre tra gli elettori dei partiti che si oppongono alla secessione sono più numerosi coloro che pensano che la rottura significherebbe un tenore di vita inferiore. La vede così un terzo degli elettori socialisti, la metà dei popolari e il 90% di C’s.

In ogni caso queste preoccupazioni sono ben lungi dall’indebolire il desiderio dei cittadini di indire un referendum per decidere il futuro della Catalogna: la maggioranza dei favorevoli è stata rafforzata dopo il processo partecipativo del 9-N. Se a maggio il 74% dei catalani era a favore della consultazione, oggi questa cifra è cresciuta di quasi dieci punti superando l’84%. E’ favorevole al referendum la maggioranza degli elettori di tutti i partiti (persino il 61% degli elettori PP, il partito di Rajoy, che da Madrid si oppone strenuamente al referendum), con la sola eccezione di Ciutadans, divenuto il movimento di rifugio degli spagnolisti convinti, dove il voto sull’indipendenza o meno è osteggiato da quasi l’80% degli elettori.

Nel caso in cui il referendum si potesse svolgere, il sì all’indipendenza rimarrebbe un po’ inferiore al 50%. In particolare raccoglierebbe il 47,4% dei voti (quasi due milioni di schede elettorali, con una stima di partecipazione alla consultazione del 76% degli aventi diritto), mentre il no arriva al 42,9% (1.768.000 voti). Il risultato finale, dunque, potrebbe essere nelle mani degli indecisi che oggi sono più del 7% pari a circa 300.000 elettori.

Infine, l’indagine ha chiesto al campione come dovrebbe avvenire la dichiarazione di indipendenza della Catalogna e il risultato non poteva essere più chiaro: solo il 25% considera sufficiente che ciò avvenga da parte della maggioranza sovranista in Parlamento. Al contrario, il 68% dei catalani è convinto che solo un referendum specifico deve essere chiamato a decidere la questione. Solo tra gli elettori di CUP ed ERC crede che sia giusto proclamare l’ indipendenza grazie a una maggioranza in Parlamento.

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