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Catalogna: madrid molla la presa. il 9 novembre si vota per l’indipendenza

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di GIANMARCO LUCCHI

nacionProfilo basso. Alla fine Madrid molla la presa, non senza una mediazione con Barcellona. Questo è, per ora, il comportamento che il governo spagnolo e il procuratore generale intendono osservare in relazione alla consultazione alternativa del 9N in Catalogna. Essi stanno seguendo da vicino gli eventi, ma pensano di intervenire solo in presenza di una flagrante violazione dell’ordine dato al governo catalano di smettere di agire come se il voto fosse un referendum vincolante o anche solo un referendum sotto copertura, temi sui quali una comunità autonoma non ha competenza.

La magistratura ha piena autonomia operativa e rimane vigile dopo la decisione della Corte Costituzionale (TC) di sospendere la consulta. Ma i pubblici ministeri sono ben consapevoli del fatto che il governo non vuole complicazioni inutili. E che in alcun modo si intendono trasformare i giorni che mancano al 9N in un tentativo di impedire la libera espressione delle idee.

L’accusa non ha intenzione di dedicarsi a perseguire l’indipendenza, anche se il processo di partecipazione in corso assomiglia a una consultazione. Per il governo di Madrid e per la magistratura, in breve, la cosa più importante è che il governo catalano tenga un atteggiamento conforme all’ordine di sospensione e non proceda a qualsiasi attività connessa all’organizzazione della consultazione.

Ma non impediranno che i cittadini si rechino il 9N nei punti di chiamata (seggi o che dir si voglia) per esprimere ciò che vogliono. In sostanza la consultazione alternativa ha via libera se avviene senza l’intervento esplicito del governo catalano, ma come un esercizio di democrazia, senza altre conseguenze, come una protesta o una petizione.

Per consentire il voto di domenica qualcosa hanno dovuto mollare anche Mas e il suo governo. In pratica hanno trasferito ufficialmente l’organizzazione della consultazione alternativa ai gruppi indipendentisti della società civile come ANC, l’Assemblea nazionale catalana, organizzatrice della Diada dell’11 settembre scorso. Così facendo, l’Esecutivo di Madrid può dire di aver salvato la faccia verso tutti coloro che chiedevano azioni dure contro il governo catalano e il suo presidente Artur Mas.

Chiaramente ora i partiti indipendentisti catalani si aspettano una vastissima affluenza ai seggi da parte dei cittadini, perché la consultazione alternativa si è trasformata in un test politico per consentire ai catalani di dire come la pensano rispetto all’indipendenza della loro terra. L’esito delle urne sarà un passaggio fondamentale in vista della “prova finale” che non potrà che essere giocata nelel prossime elezioni politiche in Catalogna.

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2 COMMENTS

  1. Articolo POCO CHIARO ….!
    Se non ho letto (e capito) male, in pratica il referndum di domenica I CATALOGNA, NON SARA’ SVOLTO CONFORME LE REGOLE/MODALITA’ PREVISTE DALLA LEGGE, cioè i seggi elettorali non saranno quelli istituzionali.
    In pratica si tratterà di una “consultazione spontanea” organizzata e gestita da “soggetti terzi” non legittimati.
    Credo che Mas farà fatica a difendersi dall’accusa di (eventuali) brogli nel caso di vittoria dei SI (i Favorevoli all’ INDIPENDENZA) e così pure farà fatica a spiegarlo agli altri attori internazionali.
    Spero davvero di aver capito male, ma se invece ho capito bene, ecco la fine di un “altro sogno” …. !

    • In Catalogna non ci sarà nessun “referendum” in quanto la legge è stata bloccata da Madrid settimane fa. Questa è una consultazione alternativa, autogestita dai gruppi indipendentisti; l’articolo è esplicito, semmai è il titolo ad essere fuorviante, su quello sono d’accordo. In pratica è un sondaggio tra la popolazione catalana per sapere cosa ne pensano.

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