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Dittatura sanitaria: il 60% degli inglesi contrario a nuove restrizioni

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di EUGENIO CAPOZZI

Nel Regno Unito il governo Johnson – sotto la pressione del SAGE (il loro Cts) e dell’ennesima propaganda mediatica allarmistica sulla variante Omicron – sembra essere sul punto di cedere all’idea di nuove restrizioni oltre il blando “piano B” finora attuato (mascherine al chiuso e green pass per spettacoli oltre i 500 spettatori), comunque già accolto molto male nel Partito conservatore (100 deputati si sono opposti a quelle misure in nome delle libertà fondamentali) e presso una parte considerevole dell’opinione pubblica.

Ma la possibilità di un nuovo lockdown ha scatenato reazioni ancora più dure. A parte le manifestazioni di piazza del movimento “Freedom now”, il partito di Johnson sembra sull’orlo di una rottura interna che potrebbe avere conseguenze gravi sulla stabilità del governo. E ieri, in dissenso con la linea di Johnson e del ministro della Sanità Javid, si è dimesso Lord Frost, capo negoziatore post-Brexit con la Ue. Dimissioni di una figura di grande prestigio, dal pesantissimo significato politico.

Oggi, poi, sul “Telegraph” l’ex europarlamentare conservatore e segretario dell’Alleanza dei Conservatori e Riformisti europei, Daniel Hannan, ha pubblicato un articolo di fuoco in cui si respinge al mittente ogni ipotesi di restrizioni ulteriori, e si chiede a gran voce la fine di ogni logica emergenzialistica. Eccone alcuni brani.

  • “Le nostre libertà sono essenziali. Sono ciò che ci definisce come nazione. Non possiamo rinunciare ad esse nella mera eventualità che qualche ipotetica sciagura si materializzi. […] Abbiamo fatto la nostra parte più che egregiamente. Siamo tra le nazioni più vaccinate del mondo, e alcuni di noi sono alla quarta dose. Si era detto che i vaccini sarebbero stati la via d’uscita da questo incubo. Se non lo sono, allora di questo passo la nostra prospettiva è quella di subire lockdown cronici per sempre.
  • Sono convinto che, se ci avessero prospettato questa possibilità nel marzo 2020 – se ci avessero detto cioè che avremmo potuto avere davanti una vita di restrizioni – avremmo rifiutato senza esitazione. Ma ci hanno bollito lentamente, come rane nella pentola. 3 settimane di lockdown diventarono 6, poi 12, poi l’attesa di poter vaccinare i più fragili, poi gli over-50, poi tutti gli adulti, poi anche i ragazzi … Dopo tutto questo, l’idea di lockdown annuali può apparire quasi come una conseguenza logica.
  • Ad ogni passaggio siamo stati ipnotizzati, assuefatti, anestetizzati. Gli esseri umani tendono ad aggrapparsi allo status quo, e a diventare irragionevolmente nemici dei cambiamenti. Quando poi lo status quo significa essere pagati per restare a casa, insieme ad un appagante senso di solidarietà e comunità, non sorprende il fatto che la gente ci si affezioni”.

Tuttavia, continua Hannan,

  • “l’opinione pubblica sta finalmente cambiando atteggiamento. Per 18 mesi, i sondaggi di YouGov hanno mostrato un solido consenso ad ogni tipo di restrizione […]. Ma venerdì si è registrata una significativa variazione, con il 60% degli interpellati che si dichiara contrario alle chiusure di negozi o pub, e il 60% contrario a proibizioni di riunioni domestiche tra nuclei familiari diversi. Forse, dopo un lungo sonno, stiamo cominciando a ricordarci quale popolo siamo. […] Nel momento in cui scrivo, la Gran Bretagna è ancora una società più libera di quasi tutti i suoi vicini. Le nostre aziende funzionano, il nostro settore commerciale va a gonfie vele e l’occupazione è in crescita.
  • Perché dovremmo gettare tutto alle ortiche? Perché dovremmo arrenderci ancora una volta ad un circolo vizioso tra previsioni catastrofistiche, titoli di giornale terrorizzanti e amministrazioni locali nostalgiche dei lockdown? […] Se i lockdown fossero stati un farmaco sperimentale, sarebbero stati bocciati per i danni che hanno arrecato alla salute pubblica. Oggi conosciamo tutti i loro effetti. Disagi tra gli adolescenti, crescita delle mancate diagnosi di cancro, fallimenti di imprese, problemi psichiatrici, aumento delle tasse, disperazione sociale diffusa. Vogliamo davvero passare di nuovo attraverso tutto questo, tanto più in una fase in cui il coronavirus è diventato endemico, e, a detta della stessa OMS, il 95% di noi ha gli anticorpi contro di esso? Perché infliggere questa maledizione a noi stessi e ai nostri posteri”?

Ora, io non so se le vibrate proteste di Hannan, come le innumerevoli simili che si stanno levando nel Regno Unito, saranno ascoltate, e riusciranno a impedire che anche quel paese, in cui meritoriamente da luglio la vita sociale era tornata alla assoluta normalità, scivoli di nuovo nelle sabbie mobili di un emergenzialismo senza fine. Me lo auguro sinceramente.

Ma ancor prima mi chiedo: possibile che in Italia nessun politico di spicco, nessuna personalità istituzionale, nessun imprenditore abbia il coraggio e la fermezza di prendere una posizione così netta, inequivocabile, contro la psicosi sanitocratica e in difesa delle libertà civili?

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