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I paesi baschi vogliono l’indipendenza calcistica

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di REDAZIONE* È da quando esiste la nazionale spagnola che la presenza dei calciatori baschi nelle “Furie Rosse” è un tema rilevante. Lo stesso soprannome di “Furie Rosse” viene da un calciatore basco e da una storia coperta di leggenda come ogni cosa vecchia un secolo. Alle Olimpiadi di Anversa del 1920, nella partita contro la Svezia, il colossale mediano José Maria Belauste (alto 1.93) a un certo punto, con il risultato di 1-0 per gli scandinavi, esplode di rabbia: “A mì el peloton, Sabino, que los arrollo!”, “A me la palla, Sabino, che li travolgo”. Un’espressione di pura rabbia, per l’appunto, e che per via del ribaltamento che provocherà (la Spagna vincerà quella partita per 2-1) è diventata celebre. Quelle che di lì a poco diventeranno “Furie Rosse” batteranno anche l’Italia e conquisteranno la medaglia d’argento nel torneo. Belauste e Sabino, cioè Sabino Bilbao, sono due degli otto baschi che compongono la rosa di quella Spagna. Ass
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