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Il crack greco è costato quasi 400 miliardi di euro! e…

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di MATTEO CORSINI

La conclusione formale del programma di aiuti alla Grecia è stata l’ennesima occasione per un esercizio di ipocrisia da parte dei vertici comunitari. Per esempio, ecco una dichiarazione del socialista Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici e monetari: “La conclusione del programma di sostegno alla stabilità è una buona notizia per la Grecia e per l’Eurozona. Per la Grecia, segna l’inizio di un nuovo capitolo dopo otto anni molto difficili. Per l’Eurozona, traccia una linea simbolica sotto una crisi esistenziale”.

A partire dal 2010, la Grecia ha ottenuto 256,6 miliardi dalla Ue e 32,1 dal FMI, oltre a una ristrutturazione nell’ambito della quale i creditori privati hanno perso oltre 100 miliardi. Aiuti che, nella fase iniziale, servirono per lo più a far rientrare i crediti concessi dalle banche europee, per la maggior parte tedesche e francesi. Messi assieme, tra ristrutturazione e aiuti i soldi sono più dell’intero debito pubblico greco a inizio crisi.

Oggi la Grecia ha però un rapporto tra debito e Pil che supera il 180%, sostenibile solo artificialmente perché i creditori pubblici hanno concesso una lunga moratoria sul pagamento degli interessi, oltre a condizioni piuttosto favorevoli.

Purtroppo, però, si è voluta mantenere la finzione che quei debiti saranno pagati dalla Grecia, mentre avrebbe avuto molto più senso stralciarne una parte fin da subito ed evitare questa sceneggiata a spese di una parte dei greci e dei pagatori di tasse europei.

L’idea era di non creare un precedente, quindi si sta spacciando che la Grecia manterrà per un decennio un avanzo primario del 3.4% del Pil, poi costantemente del 2.2% fino al 2060. Il tutto per approdare a un rapporto tra debito e Pil del 100%. E’ evidente che basta che qualcosa non vada in modo così idilliaco (ci sarebbe da stupirsi del contrario) e il debito tornerà a essere insostenibile. Si consideri che la Grecia dovrà tornare sul mercato a finanziarsi a partire dal prossimo anno, e ben difficilmente potrà farlo a un costo compatibile con quei numeri.

Oggi siamo davvero all’iniziodi un nuovo capitolo dopo otto anni molto difficili”, ma dubito che sia un capitolo migliore di quello appena concluso.

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