di LEONARDO FACCO
Che il Venezuela di Chavez, solo dal 2013 di Maduro, finisse per schiantarsi contro gli scogli del socialismo reale, non era così difficile da capire, se solo si conoscessero i principi fondanti della Scuola Austriaca di economia. Ma non era impossibile da intuire nemmeno per chi mastiscasse un po' di liberalismo classico. La crisi venezuelana (forse sarebbe meglio definirla fallimento) è figlia delle stesse scelte fatte, durante tutto il Novecento, dai paesi comunisti (dall'URSS alla Cambogia, dall'Angola a Cuba, ecc.) che - indistintamente - hanno portato al solito, ineludibile risultato: miseria, fame, scarsità, violenza, schiavitù e morte.
L'illusione chavista, durata dal 1998 ai primissimi anni dell'attuale crisi, è maturata solo ed esclusivamente per una ragione: la bolla economica che si stava gonfiando in quegli anni aveva portato i prezzi del petrolio alle stelle. Così, mentre il colonnello-presidente fulminato sulla via di Bolivar smante
Articolo eccezionale, assolutamente indispensabile per comprendere quello che è successo e sta succedendo in Venezuela.