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La sovranità del consumatore non è quella dei sovranisti

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di MATTEO CORSINI

Una delle cose più demenziali del governo in carica credo sia la denominazione assegnata al ministero delle Risorse agricole, arricchita con “la sovranità alimentare”. Una cosa ben peggiore, a mio parere, del far fermare un treno per far scendere il ministro, che pure è stato un episodio discutibile.
Come è noto, il governo ha vietato la produzione e commercializzazione della carne sintetica, ma quella norma prevede anche la messa al bando di denominazioni che facciano riferimento alla carne per prodotti che sono a base vegetale (il cosiddetto “meat sounding”).
Secondo il ministro Lollobrigida,non si comprende fino in fondo perché chi non vuole mangiare carne, pretenda di chiamare carne ciò che carne non è, traendo in inganno i consumatori meno avveduti.
Evidentemente prevale l’idea, ampiamente diffusa da chi chiede il voto a prescindere dall’etichetta (per restare in tema) con cui si presenta, che le persone siano incapaci di intendere e di volere e che, quindi, le si debba proteggere, perché potrebbero non capire che una “polpetta di ceci” o una “bistecca di soia” non contengano carne.
Il tutto con buona pace del senso del ridicolo e, soprattutto, della vera sovranità, che dovrebbe appartenere al consumatore.

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